Consiglio europeo: Mes, Bei e Sure prima di Recovery Fund. Sbugiardato Conte, ha detto mezza verità. I sospetti di Macron
ROMA – Dopo le prime dichiarazioni entusiastiche e autocelebrative, seppur limitate a 3 minuti, del premier Conte, viene fuori la verità sulle conclusioni del Consiglio Ue, che sembrano molto meno positive per l’Italia. Infatti non c’è solo il Recovery Fund, esaltato da Conte come una grande sua conquista, ma restano in campo anche il Mes, Bei e Sure. Quindi, se siamo costretti, per mancanza di fondi, a chiedere anche il Mes, tornerà in campo la Troika.
Secondo quanto riferiscono fonti Ue, più obiettive della versione interessata del nostro premier, i capi di Stato e di governo hanno dato il loro avallo al pacchetto di misure dell’Eurogruppo – piano Bei, Sure e Mes – e hanno deciso di renderle operative per il primo giugno. Inoltre. come riferito da Conte, c’è stato un accordo comune a lavorare su un Recovery fund. E’ stato dato l’incarico alla Commissione Ue di analizzare le necessità e di avanzare una proposta. Dunque le prime tre ipotesi sono già operative, la quarta no. Bel capo di lavoro, mister Conte!
A tal proposito destano sospetto le parole di approvazione dell’operato del consiglio sia di Merkel (è un vantaggio per la Germania) sia di von der Leyen, che ha ribadito lo stesso concetto. Se va bene ai tedeschi non può andar bene agli italiani. Per di più è sceso in campo anche il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha magnificato i vantaggi per l’Italia. gatta ci cova. «E’ importante dimostrare ai Paesi più colpiti dalla pandemia come l’Italia che il progetto europeo è forte e ha un obiettivo comune fatto di più convergenza, più coesione e più solidarietà. Agiremo per dimostrarlo. C’è un vero senso di urgenza e politicamente siamo d’accordo nel lavorare insieme per prendere decisioni forti. Rispetto alla scorsa crisi finanziaria i leader Ue si sono mossi più velocemente ma sappiamo che non è abbastanza e dobbiamo continuare a impegnarci».
Anche il presidente francese Emmanuel Macron sospetta che qualcosa nell’accordo non quadri per i paesi mediterranei: «Servono trasferimenti di risorse verso i Paesi Ue più colpiti da questa crisi, non dei prestiti», segno che anche lui nutre sospetti sui rimedi adottati e preparati dal Consiglio, di cui, peraltro, lui stesso faceva parte