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Firenze: familiari vittime Georgofili, sdegno per scarcerazione boss mafiosi

Fa tappa a Montevarchi la mostra fotografica dell’Agenzia Ansa La notte dei Georgofili

FIRENZE – La magistratura trova il modo di farsi notare in senso negativo anche mentre è in corso l’epidemia di coronavirus. Da un lato si moltiplicano le inchieste contro operatori sanitari e amministratori, in prevalenza di centrodestra, che cercano, in buona fede, di salvare vite, dall’altro la pandemia Covit-19 diventa una buona ragione per scarcerare boss mafiosi. Tanto che il ministro Bonafede, in ritardo, sta cercando di rimediare.

Sdegno e preoccupazione da parte dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Via dei Georgofili di Firenze dopo aver appreso che «il giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano ha concesso gli arresti domiciliari al capomafia di Palermo Francesco Bonura e che, a causa dell’emergenza coronavirus, molti dei mafiosi al 41bis potrebbero lasciare il carcere e tornare alle loro case. Siamo costernati ed offesi – dichiara il presidente
dell’associazione, Luigi Dainelli – Comprendiamo la situazione di emergenza del Paese e dunque anche delle carceri, ma mentre tutti noi siamo costretti al distanziamento sociale e molti, come gli anziani nelle Rsa, rimangono per evitare il diffondersi del contagio lontano dai luoghi e dalle persone loro familiari, ai mafiosi definitivamente
condannati al carcere duro è concesso il privilegio di tornare a casa con il rischio di vanificare tutte le misure di isolamento loro imposte per ragioni di sicurezza, ordine pubblico, giustizia e buonsenso».
L’associazione, «unendosi alle dichiarazioni relative alla vicenda rilasciate nelle ultime ore tra gli altri dal magistrato Nino Di Matteo, dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho e dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci invita il Governo, in particolare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il Parlamento, nella figura del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra a fare chiarezza su questa vicenda che ci lascia
increduli insieme a tutti coloro impegnati in prima linea e a molti onesti cittadini augurandosi che si voglia intervenire con urgenza perché lo Stato non dia il tremendo segnale di poter cedere, nonostante l’emergenza sanitaria, alle proteste e ai ricatti della mafia».

Ma i magistrati sono onnipotenti, impuniti ed impunibili e niente può far loro cambiare opinione.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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