Cardinal Betori al Governo: non possiamo rinunciare a dir messa e fare passo indietro
FIRENZE – «I vescovi toscani si uniscono alla Conferenza episcopale italiana nel lamentare come in questo momento dientrata nella fase 2 dell’emergenza coronavirus non si prendano in considerazione le esigenze della comunità ecclesiale. Finora c’è stata una bella, profonda e proficua collaborazione tra lo Stato e la Chiesa che, convintamente, ha condiviso quelle limitazioni che ci sono state chieste. Ma nel momento in cui queste limitazioni subiscono dei mutamenti, nella seconda fase, non si capisce perché mentre si possano dare indicazioni su come vivere momenti della vita economica, sociale, culturale, questo non sia possibile farlo per la vita ecclesiale».
Lo dichiara il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, a proposito del perdurante divieto governativo di celebrare nelle chiese le messe allapresenza dei fedeli.
«Sono in gioco principi fondamentali, perchè c’è la Costituzione che assicura la libertà di religione e di culto, ci sono accordi concordatari che stabiliscono che su queste materie deve esserci una intesa tra lo Stato e la Chiesa cattolica – puntualizza il card. Betori – Non si può decidere da soli, pretendendo che la Chiesa debba seguire. La Chiesa peraltro è pronta a fare sacrifici anche in questa nuova fase. Ma non può rinunciare a qualcosa che gli è essenziale. Il Papa ha detto che la Chiesa non può essere Chiesa senza essere anche una Chiesa che si incontra come popolo che vive i sacramenti – ha ricordato il card. Betori – L’Eucarestia per noi non è una manifestazione esterna della nostra fede, è la fonte della nostra fede, è il culmine della fede. Senza eucarestia non si vive. I fedeli, ha sostenuto l’arcivescovo di Firenze, devono poter ritrovareun’assemblea, pur con le dovute limitazioni, con i dovuti accorgimenti, precauzioni e distanze. Siamo pronti a ragionare su quel che dobbiamo fare per poter ritornare a celebrare insieme. Ma non è possibile pensare che sia impossibile, per principio, celebrare insieme. Questo è l’auspicio che facciamo, pronti a collaborare con le autorità su come celebrare. Ma sul celebrare noi non possiamo fare un passo indietro».
Un monito severo del nostro Cardinale rivolto al Governo e al premier Conte, che dovrebbe riflettere sulle parole precise e fondate dì Betori, non solito a interventi decisi di questo tipo. Ma evidentemente quel che è troppo è troppo.