Coronavirus, Istat e Iss: 50% di morti in più in Italia a marzo 2020 (se ne sono accorti ora)
ROMA – Anche l’Istat si è accorto dei decessi per coronavirus. Finora l’Istituto nazionale di statistica sosteneva che erano stati registrati addirittura decessi in meno, nel 2020, rispetto al passato. Ovvio: gli esperti erano rimasti indietro nei conti. Ora l’Istat afferma che nel solo mese di marzo 2020 «si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause rispetto alla media del periodo 2015-19». E’ quanto emerge dal Rapporto Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente – primo trimestre 2020, prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
«Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al Sistema di sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi – scrivono Iss e Istat – passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710)».
Il report segnala dunque un forte aumento dei decessi dalla fine di febbraio. A causa inoltre della forte concentrazione del fenomeno Covid-19 in alcune aree del Paese, i dati riferiti a livello medio nazionale appiattiscono la dimensione dell’impatto della epidemia di Covid-19 sulla mortalità totale. Il 91% dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia: 3.271 comuni, 37 province del Nord più Pesaro e Urbino.