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Mes, Italia e Ue: nuovo attacco di Wolfgang Munchau all’Europa. Italia non tutela i suoi interessi

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA – L’editorialista più famoso del Financial times, Wolfgang Munchau, si pronuncia anche sui pericoli dell’adesione al Mes e ad altri interventi europei, soprattutto per due paesi mediterranei, Italia e Spagna. Riportiamo alcuni stralci delle sue dichiarazioni da StartMagazine online.

«Il Mes? Il problema non è tanto il tema delle condizioni. Il pericolo maggiore è che complessivamente l’Ue decida di tornare a un certo punto al patto di stabilità, ai target e ai parametri di Maastricht. Sarebbe folle».

«In base agli accordi raggiunti al Consiglio Europeo, la palla è passata alla Commissione che deve formulare una proposta, ma la Commissione sta lavorando su un programma e un’ipotesi che sono ancora a uno stadio molto iniziale, e forse non lo sta nemmeno facendo nel modo più appropriato, come dirò dopo. Non si sa quanto denaro ci sarà, in quanto tempo e a partire da quando, come saranno raccolte le risorse…Conosciamo tutti la discussione che già c’è sul bilancio europeo. Immaginiamo quando si tratterà di mettere in campo una somma enorme nell’arco di 3-4 anni, una cosa senza precedenti…».

IL RUOLO DI MERKEL
«Nel Consiglio Europeo la Merkel è la ‘most senior person’, è la figura con esperienza più lunga. E’ lì da molto tempo: nessuno quanto lei. In più rappresenta il paese più potente, e conosce le norme europee meglio di tutti, ogni meccanismo specifico. Conosce il Fondo salva stati in ogni dettaglio, e mi pare che voglia che l’Italia vi aderisca. Io non penso che sia lo strumento appropriato per la situazione, ma non mi pare che la Germania sia pronta a valutare alternative».

L’ITALIA IN EUROPA
«Da almeno dieci anni, l’Italia ha detto sì in sede europea a norme e accordi che o non sono nel suo interesse, o a cui ha contribuito senza beneficiarne direttamente. Mi pare che qui si possa ripetere una situazione dello stesso tipo».

IL MES
«Una ECCL (ndr, Enhanced conditions credit line: linea di credito a condizioni rafforzate) non è lo strumento giusto. Più precisamente, ho scritto e ripeto ora che un programma OMT (ndr, Outright Monetary Transactions: piano mirato di sostegno a un singolo stato in difficoltà), sostenuto da una linea di credito Mes, non è il programma adeguato. E il problema, a mio avviso, non è tanto il tema delle condizioni. Il pericolo maggiore è che complessivamente l’Ue decida di tornare a un certo punto al patto di stabilità, ai target e ai parametri di Maastricht. Sarebbe folle. Questo sarebbe un pericolo molto più grande del Mes, che peraltro è un fondo complessivamente troppo piccolo per far fronte a una vera crisi».

Ecco serviti i vari entusiastici sostenitori del Mes e dell’Europa matrigna, a partire da Prodi e Napolitano, ma soprattutto Conte, Gualtieri e Gentiloni, che sembrano far di tutto per non difendere adeguatamente gli interessi del nostro Paese. Analoghi rilievi anche ai governi degli ultimi dieci anni (da Monti in poi, in buona parte governi del presidente, non eletti).


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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