Scarcerazione Battisti: istanza al vaglio dei giudici, ma prima il parere della procura di Milano

CAGLIARI – Secondo le nuove procedure previste dal decreto Bonafede per ka scarcerazione dei boss mafiosi, già usciti tutti di galera, anche per Cesare Battisti dovrà pronunciarsi la magistratura cagliaritana, previo parere dei pm di Milano. Speriamo bene perché la magistratura milanese ha dimostrato sempre di essere inflessibili con esponenti del centrodestra, un po’ meno con quelli di altra parte politica. E sarebbe uno scandalo se, dopo lunghi decenni di latitanza favorita dalle sinistre internazionali (ultimo in Brasile il comoagno Lula) l’ex terrorista dei Pac riuscisse di nuovo a farla franca, sbeffeggiando il popolo italiano.

L’istanza di detenzione domiciliare presentata dagli avvocati di Cesare Battisti al tribunale di sorveglianza di Cagliari dai suoi avvocati Gianfranco Sollai e Davide Steccanella sarà esaminata nei prossimi giorni dai giudici, dopo che la Procura di Milano avrà espresso il proprio parere (previsto dal decreto Bonafede del 29 aprile scorso). La richiesta del detenuto – condannato all’ergastolo per quattro omicidi firmati dal Proletari armati per il comunismo tra il 1978 e il 1979 – è collegata ai rischi dell’infezione da coronavirus che da due mesi ha aperto le porte delle prigioni ad alcune migliaia di detenuti, facendo scendere la popolazione carceraria da circa 60.00 a 53.000 persone.

L’ex terrorista è rinchiuso nel carcere di Oristano, nel reparto di Alta sicurezza 2, dove si trova da solo. Per questo i suoi legali sostengono che sta scontando un «isolamento illegale», giacché la pena prevedeva sei mesi di reclusione senza contatti che, scaduti a luglio 2019, si stanno protraendo perché Battisti continua a non poter incontrare nessun altro detenuto