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BTP Italia: richieste pari a 14 miliardi di euro. Ora tocca a investitori istituzionali

Il ministro dell’Economia, Gualtieri, con il premier, Giuseppe Conte

ROMA – Il Tesoro con i Btp Italia ha fatto il pieno. Esattamente com’era nelle previsioni. Dopo tre giorni di domanda crescente (4 miliardi di euro lunedi’, 4,7 martedi’ e 5,2 mercoledi’), si e’ concluso il collocamento presso i risparmiatori con un successo senza precedenti. Le richieste sono state pari a 14 miliardi di euro tondi, un importo quasi insperato, a cui si aggiungera’ domani quello derivante dall’offerta agli investitori istituzionali, si spera nell’ordine di 8-10 miliardi dopo che il Tesoro ne ha rimborsati 12 relativi al Btp Italia scaduto il 23 aprile.
Il successo era annunciato. Il tesoro ha proposto un tasso base dell’1,4% e ha raddoppiato il premio fedelta’ portandolo dallo 0,4% allo 0,8%. Gia’ cosi’ chi tiene il titolo fino alla scadenza incassa un interesse di poco superiore all’1,5% annuo da cui, naturalmente bisogna togliere le tasse. Ma la vera chicca che ha sempre segnato il cammino dei Btp Italia e’ l’indicizzazione all’inflazione. Bisogna tornare indietro ai vecchi Cct per trovare qualcosa di analogo. Tuttavia in quel caso il riferimento era dato dai Bot.

Il Btp Italia invece recupera l’inflazione. Le previsioni per quest’ anno esprimono un aumento del costo della vita dello 0,8%. Se la proiezione venisse confermata il Btp Italia, al primo anno darebbe un rendimento, sempre al lordo dell’imposta, compreso fra il 2,2 e il 2,3%. Per avere un termine di riferimento bisogna ricordare che, in questo momento il titolo quinquennale, cugino primo del Btp Italia viaggia intorno all’1,3% (sempre lordo). Con una bella differenza, pero’: il rendimento del Btp e’ fisso per tutta la sua vita. Mentre quello del Btp potrebbe salire in
funzione dell’andamento del costo della vita. Le previsioni per l’anno prossimo indicano una crescita dell’1,1%. Ma non sorprenderebbe se, alla fine il livello fosse piu’ alto considerando l’immensa liquidita’ che le banche centrali stanno immettendo nel sistema. In definitiva Gualtieri sta indebitando il Tesoro a un tasso che, alla fine, potrebbe risultare non lontano dal 3%.

Certo e’ solamente un’ipotesi perche’ nessuno puo’ sapere con certezza che strada prendera’ l’inflazione in cinque anni. Resta il fatto che il Btp Italia, in questo momento, assomiglia molto ad un “Bot di guerra”. Serve a finanziare i danni provocati dall’epidemia e, almeno per il momento allontana la paura della patrimoniale.
Se le condizioni di mercato proseguiranno su questa strada, e tutto lo fa supporre visto che l’apertura franco-tedesca verso un intervento comunitario a fondo perduto ha determinato una discesa dello spread dei Paesi periferici (Btp-Bund e Bonos-Bund), l’avvio della libera negoziazione su issata per il 26 maggio vedra’ crescere subito la quotazione della nuova emissione oltre la parita’.

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