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Fiorentina, Nardella sta con Commisso: ora vuol restaurare il Franchi. Ma il flop Mercafir pesa molto

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Rocco Commisso con il sindaco, Dario Nardella

FIRENZE – Anche Dario Nardella sta con Rocco Commisso. Il sindaco deve farsi perdonare la perdita di tempo e il relativo flop del bando Mercafir. Avrebbe però dovuto sapere che l’ambaradan del bando era inutile e che l’unico interessato sarebbe stato il presidente della Fiorentina. Il quale ha capito che non era una strada da intraprendere. A che scopo, dunque, caro sindaco, perdere tempo e soldi pubblici in ossequio a un atto burocratico del tutto inutile?

Oggi, 3 giugno, in ogni caso, la marcia indietro: Nardella ha detto: «Io sto con Rocco Commisso. Non sono né irritato, né geloso, né invidioso di altre decisioni che possono essere prese in altri Comuni, fuori da Firenze, anzi ho il massimo rispetto perché la proprietà è libera di fare le proprie scelte, di esprimere le proprie intenzioni e presentare progetti». Nardella ha parlato nel corso di una conferenza stampa sul tema stadio, a Palazzo Vecchio, in merito anche alle ipotesi avanzate da altri Comuni (Campi Bisenzio su tutti) di costruire altrove il nuovo impianto della Fiorentina.

«Aspetto a braccia aperte Commisso – ha continuato – e non vedo l’ora di salutarlo. La vicenda della Mercafir, e lo dico con grande serenità, è andata. Siamo ora impegnati più che mai per una riqualificazione complessiva della cittadella di Campo di Marte, dello stadio Franchi perché è lì la storia di Firenze. Sono prontissimo a rivedere la Fiorentina e la proprietà e di farlo insieme ai tifosi, se necessario. Alla fine quello che conta per me è il bene di Firenze, della Fiorentina».

Nardella ha poi precisato di voler andare «avanti ad oltranza sul tema del Franchi e di Campo di Marte che era già un obiettivo nel mio programma di mandato e lo farò verso la Soprintendenza, verso il ministero dei Beni e delle attività culturali, verso il Governo e il Parlamento perché nessuno si può prendere la responsabilità di lasciare abbandonato uno stadio che è il monumento alla storia del calcio e dello sport. Non abbiamo un monumento da guardare e conservare e basta, abbiamo un luogo vivo da fruire, dove per anni si sono giocate partite di calcio e altre discipline sportive. Il Franchi è pensato per giocare a pallone, non per tenerlo chiuso, da guardare e ammirare soltanto». Bene. Si potrebbe chiedere perchè non ci ha pensato prima d’imbarcarsi nell’inutile bando Mercafir, ma preferiamo guardare avanti. Come sta facendo Nardella. Che nopn si limiterà a chiamare il sovrintendente Pessina, ma Dario Franceschini, il quale, finora, ha mostrato fastidio a parlare di stadi e del Franchi in particolare. Ma il sindaco sa perfettamente che un nuovo flop, sul tema stadio, non gli verrebbe perdonato.



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