Greco, organo anticorruzione europeo, contro la commistione politica – magistratura in Italia
Anche l’Europa contro la commistione fra magistratura e politica esistente da tempo in Italia, le porte girevoli tra politica e magistratura devono finire. L’avvertimento viene dal Greco, l’organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, che riprende una raccomandazione inviata all’Italia per la prima volta nel gennaio 2017: passare dalle aule dei Tribunali a quelle delle istituzioni elettive, e viceversa, indebolisce la democrazia, l’imparzialità dei giudici e il principio del giusto processo. Lo ricorda un articolo pubblicato oggi sul giornale online Linkiesta.
Il Consiglio d’Europa non è un organo dell’Unione europea (spesso confuso con il Consiglio dell’Unione europea o il Consiglio europeo). È un’organizzazione internazionale nata nel 1949, con sede a Strasburgo, il cui scopo è promuovere la democrazia e i diritti umani: nel 1950 ha redatto la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu).Il Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco) è un organo di controllo contro la corruzione istituito nel 1999 con un accordo tra gli (allora) diciassette Stati membri del Consiglio d’Europa, è aperto anche a Stati non europei e conta attualmente quarantanove membri, compresi gli Stati Uniti e la Bielorussia.
Proprio il Greco (l’acronimo deriva dal francese Groupe d’États contre la corruption) ha pubblicato il suo rapporto annuale in cui esamina le misure prese nel 2019 negli Stati membri del Consiglio d’Europa per prevenire la corruzione fra parlamentari, giudici, pubblici ministeri, governi (con tutte le alte cariche esecutive) e forze dell’ordine.«Quando il Gruppo emette una raccomandazione, vuol dire che ha scoperto una falla nel sistema e gli Stati non dovrebbero aspettare che scoppi uno scandalo per intervenire», dice il presidente del Greco, il croato Marin Mrcela, in riferimento al caso italiano.La riforma della Giustizia è uno dei temi sul tavolo del governo, ancor di più dopo la pubblicazione delle intercettazioni e delle chat presenti sul telefono del magistrato Luca Palamara –avvenuta dopo la chiusura delle indagini da parte della procura di Perugia.
Ma la riforma predisposta dal governo giallorosso, ispirata anche dal Pd, il partito che da sempre ha tratto vantaggio dall’intervento dei magistrati sulla politica, come hanno confermato recenti, clamorose intercettazioni, è contestata dalle opposizioni che ritengono che la riforma voluta da Bonafede vada ampiamente modificata. Il deputato e responsabile nazionale del Dipartimento Affari costituzionali di Forza Italia Francesco Paolo Sisto ne ha parlato in riferimento al report del Greco: «Abbiamo proposto di restituire credibilità alla magistratura con lo stop al rientro in ruolo dei magistrati che si siano anche solo candidati in politica. Questa, assieme alla separazione delle carriere e allo stop agli incarichi extra giudiziari, è la strada da seguire per dare serietà ed effettività alla tutela della democrazia e delle libertà del nostro Paese».