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Migranti: le navi Ong tornano in mare. Allarme dei servizi,pronte a partire 20.000 persone

Seas Watch

ROMA – Le Ong Dopo la Sea Watch altre navi hanno deciso di tornare in mare e il governo italiano ha riattivato le relazioni diplomatiche, ma anche l’attività di intelligence affidata all’Aise, nel Nord Africa. Il ritorno in mare delle navi delle Ong potrebbe far ricominciare gli sbarchi sulle nostre coste, anche se i porti continuano ad essere chiusi. Secondo gli ultimi report dei servizi ci sarebbero almeno 20 mila stranieri pronti a salpare. Persone che in questi mesi di lockdown mondiale si sono affidati alle milizie e ai trafficanti in attesa di trovare un mezzo su cui imbarcarsi. La convinzione degli esperti è che i viaggi, adesso che è stata superata la fase peggiore della pandemia, potrebbero riprendere a ritmo elevato. L’ultimo bollettino del Viminale parla di 5.461 approdate fino a ieri nonostante la sospensione delle attività delle organizzazioni non governative, a fronte dei 1.878 arrivati nel 2019. Tra loro anche molti tunisini — sono 818 — che arrivano con gommoni e pescherecci e approdano soprattutto sulle spiagge.

Dopo la Sea Watch, che ha ripreso l’attività di pattugliamento e soccorso due giorni fa, anche altre organizzazioni non governative hanno deciso di tornare in mare e questo fa presumere che riprendano gli sbarchi o comunque le richieste di approdo così come accadeva nei mesi scorsi. «Siamo finalmente in viaggio, nei tre mesi passati a Messina per adeguarci alle misure anti Covid 19, le istituzioni non hanno garantito i soccorsi in mare e, dunque, «a nostra presenza è più che mai necessaria», è scritto nel tweet postato da Sea Watch.

Ovvie le critiche di Salvini: «I nostri servizi segreti lanciano l’allarme invasione, con almeno 20mila immigrati pronti a partire per l’Italia. Questo senza dimenticare la sanatoria nel caos, con l’ombra del racket pronto a comprare e offrire documenti, i porti spalancati alle Ong, l’aumento delle spese per l’accoglienza, con numerose questure che segnalano irregolarita’ e anomalie. I dati parlano da soli: 1.878 sbarchi dal primo gennaio al 5 giugno di un
anno fa, diventati 5.461 nello stesso periodo di quest’anno. Eppure l’Italia annuncia di aver scritto all’Europa per chiedere la redistribuzione di chi arriva: ma non c’era l’accordo di Malta, che Conte-Lamorgese rivendicavano come successo straordinario? Questo governo mette in pericolo l’Italia».


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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