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Morte Marco Vannini: Federico Ciontoli, ho creduto a mio padre. Mamma Marina, dichiarazioni vergognose

Alcuni manifestanti con uno striscione e dei cartelli per chiedere giustizia durante il primo giorno del nuovo processo d’appello al Tribunale di Roma per la morte di Marco Vannini, Roma, 8 luglio, 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA – «Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, e io gli credetti perché non c’era nessuna ragione per non farlo. Non c’era niente che mi spinse a non credere in quello che mio padre chiamò ‘colpo d’aria, del cui significato non mi interessai più di tanto essendo stato solo uno scherzo».

Lo afferma in una dichiarazione spontanea Federico Ciontoli, figlio di Antonio, e imputato nel processo bis d’appello per la morte di Marco Vannini, ucciso il 17 maggio 2015 dallo sparo della pistola di Antonio Ciontoli, padre della sua ragazza, mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli.

Il 7 febbraio scorso la Corte di Cassazione hanno accolto la richiesta delle parti civili e del sostituto procuratore generale disponendo un nuovo processo per il riconoscimento dell’omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del 20enne. Nel gennaio del 2019, il primo processo d’Appello, si era concluso con la riduzione da 14 a 5 anni di reclusione Ciontoli nei confronti dei quali l’accusa era stata riqualificata da omicidio volontario a colposo. Confermate le altre condanne a tre anni di reclusione per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico, e per la moglie Maria Pezzillo.

«È stato fino ad oggi ripetutamente detto, solo sulla base di supposizioni, e questo è presente addirittura in alcuni atti processuali, che anche a costo di far morire Marco io avrei nascosto quello che era successo. La verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l’avrei fatto sapendo che era partito un proiettile. Se avessi voluto nascondere qualcosa – ha aggiunto – perché avrei chiamato subito l’ambulanza di mia spontanea volontà dicendo che Marco non respirava e perché avrei detto a mia madre che non mi credevano e di fare venire i soccorsi immediatamente? Vi prego: non cadete in simili suggestioni che sono totalmente contraddette dalla realtà», ha affermato in una dichiarazione spontanea Federico Ciontoli, figlio di Antonio, e imputato nel processo bis d’appello per la morte di Marco Vannini.

Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco, ha detto Marina Conte, la madre della vittima. E poi ha aggiunto: «Quella di Federico Ciontoli in aula è stata una dichiarazione vergognosa, nemmeno una parola per Marco. Ancora – ha sottolineato la donna – non riescono a capire che è mortoun ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita

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