Nuovo Ponte Morandi: iniziato il collaudo statico, impiegati fino a 54 autoarticolati
GENOVA – E’ iniziato il collaudo statico del nuovo Ponte di Genova. Sul nuovo viadotto sul Polcevera si stanno muovendo al momento otto camion che sono entrati sul ponte dal lato di levante, sulla carreggiata a sud, e hanno poi rifatto marcia indietro, per proseguire con alcune manovre sulla nuova struttura. Le operazioni arriveranno ad impiegare fino a 54 autoarticolati, oltre ai 4 moduli spmt per le prove sulla rampa di innesto con l’autostrada A7 e potranno durare secondo le attese fino a 6 giorni.
Le procedure del collaudo del nuovo ponte sono iniziate in realtà già intorno alle 8 di questa mattina e al momento riguardano la ‘fase zero’ delle prove in agenda, che prevede sostanzialmente operazioni di assestamento del viadotto.
Secondo la sintesi fornita dalla struttura commissariale in questa fase è previsto che i mezzi transitino sulla struttura in formazione serrata a marcia lenta per permettere l’assestamento strutturale dell’impalcato; è attesa quindi la prova a torsione con alcuni mezzi che percorrono la carreggiata nord e la carreggiata sud e infine la prova di frenatura con alcuni mezzi in frenata contemporaneamente in un punto definito.
Dopo questa fase è prevista una pausa per portare sul ponte altri mezzi e nel pomeriggio verranno effettuate le prime prove statiche. Le prove statiche proseguiranno anche domani. L’intero collaudo viene seguito dai tecnici di Anas, con Rina e Pergenova.
In precedenza erano sorte polemiche perché sembra che sul nuovo ponte si dovrebbe andare più piano rispetto a quanto non fosse consentito sul vecchio Ponte Morandi. L’anticipazione è del Sole 24 Ore che spiega questi nuovi limiti al ribasso con un tracciato non a norma. Trattandosi di una ricostruzione totale, il tracciato dovrebbe rispettare le attuali norme di costruzione delle strade così come previsto dal Dm Infrastrutture del 2001. Con parametri per raggi delle curve e lunghezza dei rettilinei che negli anni ‘60 non erano previsti.
Il problema, sfuggito al momento della progettazione di Renzo Piano, venne autodenunciato da Italferr a febbraio 2019 al Consiglio superiore dei Lavori pubblici. E anche Aspi, nel marzo 2019, segnalò in Conferenza dei servizi le non conformità progettuali del nuovo Ponte. Il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, però, non prese posizione in merito. Per l’ufficialità dei nuovi limiti occorrerà attendere il collaudi di agibilità, dopo il quale arriveranno le indicazioni di Anas. Che potrebbero prevedere anche un ulteriore abbassamento del limite a 70 chilometri orari per tutto il tracciato.
Dal consorzio che ha costruito il viadotto fanno sapere che il nuovo Ponte di Genova «è assolutamente a norma. Cambia la velocità di progetto su una curva perché il ponte è stato realizzato con “spalle preesistenti”», cioè innesti del tracciato che viene ricongiunto dal ponte «che esistevano già». Il problema dei limiti di velocità, che sulla nuova struttura si abbasseranno a 80 km/h verso Genova e a 70 verso Savona contro i 90 consentiti sul Morandi, era già conosciuto dai tecnici di PerGenova, il consorzio che ha ricostruito il viadotto sul Polcevera. Ma era un problema «irrisolvibile — dicono — se volevamo rispettare i tempi di consegna e soprattutto considerati i “punti di vincolo”. Quando è stato realizzato il Morandi, 60 anni fa, erano diverse le tipologie e le velocità dei veicoli. Inoltre, proprio sotto quei punti c’erano delle “interferenze” impossibili da eliminare. Se oggi rifaccio quelle curve, la velocità di progetto dev’essere per forza minore. Diciamo dunque che la velocità di progetto imposta è figlia del tracciato». Il nuovo ponte «è assolutamente a norma — concludono — e le prove di verifica e collaudo lo diranno». Le prove iniziate oggi ci faranno conoscere la verità.