Recovery fund: Rutte non arretra. La Merkel non è Adenauer. Italia: rischio mani vuote o condizioni pesanti
BRUXELLES – Saranno capaci, i capi di Stato attuali di trovare l’accordo giusto, ripetendo le gesta mitiche dei padri fondatori della Comunità Europa, tipo il tedesco Konrad Adenauer e compagni? E con De Gasperi grande tessitore? Si sono visti a colazione, di prima mattina, la Merkel, Macron, Ursula von der Leyen e perfino il riottoso Rutte. Tutti possibilisti. Ma sicuri di nulla. E Giuseppe Conte? A meditare sul rischio di tornare a Roma a mani vuote, oppure con pesi enormi per figli, nipoti e pronipoti degli italiani. Ma facciamo la cronaca: la terza giornata di trattative al vertice Ue sul Recovery Fund e il bilancio Ue per il 2021-2027 si apre con un incontro ristretto tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, Emmanuel Macron e la presidente della Comissione Ue Ursula von der Leyen. I quattro sono stati i primi a giungere alla sede del Consiglio Ue questa mattina per fare il punto della situazione in vista della ripresa vera e propria del summit fissata per le 12. Una foto del colloquio è stata postata su Twitter dal portavoce di Michel, Barend Leyts.
Un accordo è possibile, anche se ci sono ancora grandi questioni aperte: lo ha detto il premier Mark Rutte nella notte, parlando alla stampa olandese. Tra i punti ancora da chiarire lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l’ammontare dei sussidi, e i rebates. Rutte ha parlato di alcuni progressi sul fronte governance, ma ancora non ci siamo, e aperta resta anche la discussione sul bilancio 2021-2027.
E’ ancora possibile che non vi sia “nessun accordo” al vertice europeo. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando al summit. «C’è molta buona volontà ma anche molte posizioni diverse – ha detto -, farò ogni sforzo ma è ancora possibile che oggi non si possano ottenere risultati. Oggi stiamo entrando nel terzo giorno di negoziati ed è sicuramente quello decisivo per avere un esito». Ma nemmeno lei, la cancelliera tedesca, pare all’altezza dei miti della Comunità, ossia Konrad Adenauer e compagni.