Omicidio di via Rocca Tedalda: accusato un 74enne vicino di casa del Dolfi
FIRENZE – Tracce di sangue e un coltello, molto probabilmente l’arma del delitto. Anche attraverso questi indizi, gli uomini della squadra mobile di Firenze hanno forse squarciato il mistero sull’omicidio di via Rocca Tedalda, scoperto il 16 luglio con il ritrovamento del cadavere di Fulvio Dolfi, 62 anni, pensionato con trascorsi per droga. Il presunto assassino, vicino di casa della vittima ma originario di Cagliari, si chiama Bernardino Lai, ha 74 anni e sarebbe andato in Sardegna subito dopo il delitto. E’ stato bloccato al rientro a Firenze, il 24 luglio. Secondo gli inquirenti, aveva ancora addosso segni di lotta con la vittima.
Secondo l’ipotesi investigativa, il 74enne potrebbe aver ucciso Dolfi per alcuni screzi avvenuti all’interno del condominio di via Rocca Tedalda. L’accusa è omicidio aggravato dall’aver commesso il fatto con crudeltà. Erano stati i cani di una vicina di casa che avevano fiutato la porta di ingresso dell’appartamento con insistenza unito al fatto di non vedere il padrone di casa da qualche giorno, che ha ingenerato il sospetto nella donna che fosse successo qualcosa di grave.
L’arrivo della Polizia sul luogo ha tramutato il sospetto in certezza una volta che è stato trovato il corpo senza vita del Dolfi. I segni sul cadavere, trovato con evidenti ferite di arma da taglio, hanno subito mostrato una morte violenta. Sul luogo del delitto tracce di sangue estranee alla vittima. Ma è stato la capillare perquisizione dell’edificio che ha rilevato ancora tracce di sangue nell’appartamento del vicino di casa, così come il rinvenimento di un coltello che, già prima delle analisi scientifiche, era stato come l’arma del delitto. Non basta: gli inquirenti ritengono che il presunto omicida abbia tentato, inutilmente, di cancellare altre tracce di sangue dall’appartamento.
Gli indizi, dunque, erano tutti in un’unica direzione: quella del vicino di casa. Le indagini tecniche e l’attività info investigativa della Squadra Mobile di Firenze hanno permesso di localizzarlo, scoprendo che si era recato in Sardegna per poi fare rientro a Firenze ed è stato proprio in quel momento che è stato fermato. La conclusione delle indagini, coordinate dal Procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Creazzo, sono state pienamente accolte – come informa un comunicato della questura – dal GIP di Firenze.