Migranti: Di Maio si appella alla Ue, prendetevene un po’ anche voi. E aggiunge, bisogna sequestrare barconi
ROMA – «Chiediamo a Bruxelles un ruolo proattivo tanto in termini di riammissione che di riduzione delle partenze irregolari e in questa cornice vogliamo coinvolgere anche i Commissari UE competenti come gli Affari Interni Ylva Johansson, che si è già detta a disposizione, e il Commissario per l’Allargamento e il Vicinato Varhelyi». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito dei nuovi arrivi di migranti in Italia nel mezzo della crisi del Covid.
«L’Ue deve rispondere e ho accolto con soddisfazione l’appello di ieri da parte della Commissione, che dopo i nostri avvisi si è detta pronta a collaborare. Noi chiediamo semplicemente che siano rispettati i patti» ha aggiunto il ministro che poi ha chiesto la ripresa della redistribuzione sospesa durante il lockdown. «La redistribuzione era già in vigore, poi sospesa durante il picco della pandemia, ma ora il picco fortunatamente in Italia è passato e -ha aggiunto – il nostro confine meridionale, lo ricordo, è un confine europeo oltre che italiano».
E aggiunge: «La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia è un tema di sicurezza nazionale. Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice. Bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate, perché le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso sfuggono ai radar. Il momento è molto delicato, lo ha fatto presente anche la ministra Lamorgese. C’è una fase di instabilità politica in Tunisia che sta alimentando gli arrivi verso l’Italia e noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze. Questo è il nodo che stiamo affrontando già a livello governativo. Anche perché la Tunisia è un Paese sicuro e chi parte per l’Italia viene rimpatriato». Per quanto riguarda l’azione del governo, il ministro sottolinea che «il piano da avanzare è articolato. Intanto va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria e presto io stesso andrò a Tunisi per affrontare il tema, ma prima voglio i fatti».