Immigrazione, si torna all’antico, pronte le modifiche ai decreti Salvini. Vittoria delle sinistre e della Chiesa
Il giornale cattolico Avvenire, che ha un filo diretto con la titolare del Viminale, annuncia che il nuovo testo sull’immigrazione sarà sulla scrivania del premier entro Ferragosto.
Si eliminano molte parti dei decreti Salvini, invisi ai cattolici e alle sinistre, e di fatto si reintroduce la protezione umanitaria, cancellata con un colpo di spugna dall’ex titolare del Viminale, alla quale verrà mutato solo il nome, mutato in protezione speciale, ma se non è zuppa è pan bagnato. L’obiettivo è quello di assicurare accoglienza e protezione non solo a chi proviene da un Paese in guerra, ma anche a soggetti particolarmente vulnerabili: minori stranieri non accompagnati, donne con bambini che hanno subito torture o detenzione, persone a cui non viene garantita la dignità umana attraverso un livello di vita accettabile e persone che fuggono da disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione Europea. Si tornerà così a una percentuale di riconoscimenti di protezione (a vario titolo) in linea con la media europea.
In tema d’accoglienza e integrazione si torna sostanzialmente all’antico, agli Sprar, modificati in Siproimi, dai decreti Salvini, che avevano escluso di fatto dai circuiti dell’accoglienza i richiedenti asilo, che invece con il nuovo testo verranno reintrodotti nel sistema.
Lo Sprar sarà ripristinato, con lo stop alle strutture di massa per irregolari a favore invece di un’accoglienza diffusa, fatta di piccoli gruppi e in grado di facilitare la convivenza con le comunità locali e l’integrazione. La differenza, piccola in realtà, sarà che i titolari di protezione internazionale avranno anche dei servizi di orientamento e formazione al lavoro. Mediazione culturale, studio della lingua, assistenza sanitaria, supporto psicologico, dovrebbero essere invece garantiti a tutti.
L’obiettivo è quello di decongestionare la gestione dei grandi centri di accoglienza (nazionale). La sinergia delle due dimensioni, statale e territoriale, dovrebbe aiutare la decongestione degli hotspot, dove tra l’altro si sta pensando di introdurre l’utilizzo di tamponi immediati a ogni arrivo per facilitare i trasferimenti in sicurezza. Misure che eviteranno ulteriori pressioni sociali, limitando i tentativi di fuga. Certo, finché la situazione è a rischio, non si possono escludere interventi straordinari.
Come la decisione di ieri di inviare l’Esercito a presidiare l’ hotspot di Pozzallo, che ha registrato un aumento dei casi di Covid-19 trai migranti ospiti nella struttura (sono saliti a 73). Anche a Milano è stato disposto un presidio militare dopo che un migrante è risultato positivo nel Cas di via Quintiliano.
Si torna progressivamente all’antico, all’accoglienza diffusa e aperta a tutti, alla distribuzione dei migranti, anche infetti, su tutto il territorio nazionale. La diffusione che si sta registrando del coronavirus fra migranti clandestini nella caserma serena a Treviso, a Pozzallo e in altri centri cas o hotspot ne è testimonianza chiarissima. ma il governo giallorosso pensa più a proteggere i clandestini che alla salute della popolazione.