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Torino: sindaca Appendino (M5S) condannata per falso ideologico

La sindaca di Torino, Chiara Appendino

TORINO – Saliscendi giudiziario per la sindaca di Torino, Chiara Appendino. L’8 settembre era arrivata l’archiviazione in uno dei processi che coinvolgono il suo ex portavoce Luca Pasquaretta, oggi, 21 settembre, è stata condannata in primo grado a sei mesi per falso ideologico nel processo Ream. Il 19 ottobre la prima udienza in aula nel processo ai responsabili dell’organizzazione della proiezione della finale di Champions del 2017 in piazza San Carlo, che causò la morte di due donne e il ferimento di centinaia di persone. La sentenza odierna, a livello pratico non determina per Appendino alcun impedimento a concludere nella primavera 2021 i suoi cinque anni da sindaca. L’insidia maggiore, tra i 4 capi d’imputazione, erano i due per abuso d’ufficio sui bilanci 2016 e 2017, si tratta di un reato che per la legge Severino prevede la decadenza da qualsiasi incarico pubblico.

La giudice, Alessandra Pfiffner, ha pero’ ritenuto che non sussistesse l’abuso, di qui la condanna solo per il capo d’imputazione numero uno, falso ideologico sui conti 2016 per non aver contabilizzato 5 milioni di euro nella quarta revisione del
bilancio 2016. La richiesta di pena fatta dai procuratori Enrica Gabetta e Marco Gianoglio era di un anno e due mesi, la condanna
e’ stata di sei mesi per Appendino e per l’assessore al bilancio Sergio Rolando, 8 mesi invece per l’ex capo di gabinetto Paolo
Giordana. Caduta infine anche l’accusa di falso sul bilancio 2017.

L’Appendino alla lettura del dispositivo nell’aula 42 del tribunale, avvenuta poco dopo la chiusura delle urne, non ha
battuto ciglio mantenendo una flemma migliore del suo avvocato, Luigi Chiappero, parso molto nervoso all’uscita. «Questo tipo di
processi si vincono per gradi, oggi tre su quattro dei capi d’accusa sono caduti. Ricorreremo, e vedremo», ha spiegato, facendo però capire insieme al suo collega Luigi Giuliano, che l’appello si concludera’ dopo il voto primaverile. Perchè il tema centrale dietro questa vicenda è l’agibilità politica di Appendino. Virginia Raggi ha già sciolto la riserva, la collega torinese aspettava questa sentenza, legata una complessa vicenda immobiliare e a una caparra per costruzione di un centro congressi, che fu incassata dal comune e mai messa a bilancio dal 2013 in poi.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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