Pensioni: la spesa sarà superiore al 16% del Pil fino al 2046, per poi scendere al 13% nel 2070
ROMA – Sarà impegnativa la spesa pensionistica quest’anno, per un ammontare pari al 17% del PIL, record di sempre, che sconta anche la brusca frenata dell’economia nazionale stimata attorno al 10% nel 2020. Sarebbero questi i calcoli effettuati dalla Ragioneria generale dello Stato – scrive il Sole 24 Ore – che ha provato a quantificare l’effetto pandemia e l’effetto delle nuove misure introdotte lo scorso anno,in particolare Quota 100, sull’evoluzione della spesa nel medio-lungo periodo. Dall’analisi emerge che gli effetti sulla spesa saranno duraturi.
Nel decennio a venire il gap rispetto alle previsioni formulate lo scorso anno è pari a +0,8%. La spesa pensionistica resterà superiore al 16% fino al 2042, per poi invertire rotta e scendere sotto questa soglia nel 2050 ed arrivare attorno al 13% nel 2070, con il venir meno delle pensioni concesse negli anni ’80. Uno scenario ben peggiore di quanto previsto in precedenza, quando si stimava il raggiungimento di un picco nel 2025 e poi una progressiva discesa, aggravato anche dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla pandemia di covid-19.
Dati allarmanti in un momento in cui si sta ragionando sul futuro delle pensioni e su cosa accadrà una volta che Quota 100 arriverà alla fine del triennio di sperimentazione. Una misura quest’ultima che, pur essendo stata applicata per soli 3 anni, produrrà effetti sino al 2029.
Le analisi della Ragioneria generale dello Stato quantificano anche l’impatto dell’eventuale mantenimento, a regime, di Quota 100 ed anche del “congelamento” del requisito dei pensionamenti con la sola anzianità contributiva a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne). Le proiezioni indicano che con il mantenimento delle due misure l’impatto sulla spesa sarebbe di 10,8 punti di PIL