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Fiorentina, Pradè: «Fascia di capitano a Chiesa è stato un errore. Suo padre voleva la cessione alla Juve»

Daniele Pradè

FIRENZE – La conferenza stampa del giorno dopo la chiusura del mercato, con Daniele Pradè protagonista, ha come elemento centrale la cessione di Federico Chiesa. Ma serve anche a far sapere che Pradè sostiene che la Fiorentina ha un organico forte e che non c’erano le condizioni per prendere l’attaccante. Milik non voleva trasferrirsi, ha detto no al mercato, non alla Fiorentina. E comunque fiducia ribadita in Kouamè, Vlahovic e Cutrone. Fra l’altro, Vlahovic e Kouamè avrebbero avuto molte richieste, alle quali è stato risposto un netto. Quindi capitolo Chiesa: «Fascia di capitano per Chiesa contro la Sampdoria? E’ stato un errore, abbiamo sbagliato a dargli la fascia da capitano. La sua cessione? Sì, è stata un’operazione vantaggiosa per la società. Non penso ci sia rapporto, se da una parte non c’è amore non corrisposto. Perciò credo che sia a livello economico, sia a livello sportivo per noi è stata un’operazione ottima. Siamo arrivati all’ultimo giorno perché c’erano tante piccole cose. Dovevamo allungargli il contratto, ma non è una cosa semplice, gliel’abbiamo allungato per altri 3 anni ma non è stato semplice. Così come non è stato semplice trovare le forme di pagamento. Sono contento che adesso ci siamo tolti questo peso: era diventata una telenovela, si parlava solo di questo e non della squadra – precisa Pradè-. Tante volte alla famiglia Commisso ho detto che era giusto fare questa operazione, loro gli hanno dato tanto amore e l’avrebbero tenuto volentieri, però non c’erano i presupposti. Soprattutto per il papà di Chiesa, non siamo mai stati una situazione per il futuro, ma un veicolo per poter arrivare ad altre situazioni».

CALLEJON – Il ds viola parla anche delle condizioni economiche: «A livello economico era l’unico modo per poterla fare. In questo momento del mercato devi per forza essere creativo per fare le operazioni. Per Chiesa avevamo avuto due interessamenti molto importanti da due club inglesi ,ma lui voleva rimanere in Italia, e in Italia non c’era altro che questa possibilità. 60 milioni nel post Covid sono veramente tanti. Le condizioni di Rocco erano: giusta cifra (60 milioni) e rinnovo di contratto per altri 3 anni alle stesse cifre attuali. Sono condizioni che sono state rispettate. Non c’è stato un mancato pugno di ferro – chiarisce ancora Pradé -. L’anno scorso è stato fatto proprio questo. Ora non c’era senso. Il problema di Chiesa è ereditato dall’anno scorso, quando è stato usato il pugno di ferro. Poi però devi trovare una mediazione, e non parlo a livello economico. Anche in caso di mancata cessione di Chiesa avremmo ugualmente preso Callejon. Sono due giocatori diversi. De Paul non ci sarebbe servito. Poi secondo me state sottovalutando Callejon: ci ha aspettato fino alla fine, ha sposato le nostre idee e io sono felice che al posto di Chiesa ci sia Callejon».

COMMISSO – Pradè non paragona la situazione con quella di Milenkovic e Pezzella: «Sono tre situazioni completamente diverse. Se ci fosse stato il prezzo congruo, sarebbero andati anche loro, sapendo che in tutti i modi avremmo accontentato Milenkovic col rinnovo di contratto. Quello che ha portato il mercato non è stato congruo, proveremo a rinnovargli il contratto altrimenti lo venderemo il prossimo anno. Pezzella stessa cosa: non ci ha portato niente, se non il prestito del Milan ieri sera alle 18. Ma qualche rammarico è rimasto: “La famiglia Commisso si aspettava di Ma qualche rammarico è rimasto. La famiglia Commisso si aspettava di più da Federico, io ero invece convinto fortemente che questa operazione si dovesse fare. I Commisso, padre, moglie e figlio, hanno accusato il colpo a livello affettivo, anche perché era stato proposto un rinnovato di contratto anche negli ultimi giorni. Non c’è mai stato nei loro pensieri. Quando c’è almeno un 5% di apertura in una persona provi a convincerla, ma quando non c’è nemmeno questo 5% diventa tutto più difficile. Non è stato un fattore economico, questo è scontato. Condizioni perché scatti l’obbligo? Non devono verificarsi tutte e tre ma ne basta una. C’è il 95% di possibilità che si verifichino, secondo i nostri calcoli».

TIFOSI – Tutto bene, ma i tifosi però storcono il naso: «Me l’aspettavo, sono tanti anni che faccio questo lavoro. Ho fatto campagne acquisti in cui i tifosi erano
felicissimi e i giornali mi davano 8 ma poi la stagione non andava bene, così come momenti in cui sono stato fortemente criticato e la stagione è andata molto bene. Questo discorso ce lo possiamo fare alla fine dell’anno, se ho sbagliato qualcosa sarà importante riconoscerlo. Il mercato di gennaio parte tra 90 giorni da oggi, tutto quello che ci stiamo dicendo qui tra 90 giorni se ho sbagliato qualcosa lo possiamo rivedere insieme. E’ normale che ci siano scetticismi: sono anni che la Fiorentina non è nel posto che le compete. Penso di conoscere ormai bene Firenze, penso anche meglio di tanti fiorentini. Non è presunzione, è solo che
amo girare la città e ascoltare. Lo scetticismo nasce da tutti gli anni passati, noi dobbiamo ricreare entusiasmo che si ricrea con le vittorie e la continuità. Tutte le altre cose se ne può parlare, che dico a fare che l’obiettivo è l’Europa League? L’obiettivo è vincere più partite possibile. Noi abbiamo la fortuna che Firenze i calciatori te li porta da sola: Callejon ha scelto Firenze non la Fiorentina, lo stesso è stato per Ribery».



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