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Svizzera, covid-19: fuori gli anziani dalle terapie intensive se mancano i posti

Svizzer
EPA/ANTHONY ANEX

ROMA – Con un’impennata di contagi da Covid-19 in Svizzera, dove ieri sono stati segnalati 6.592 nuovi casi, si torna a parlare del protocollo medico per affrontare un eventuale sovraffollamento delle terapie intensive. Le norme prevedono che in caso di scarsità di posti il medico può decidere di non accogliere «persone che hanno un’età superiori agli 85 anni» e persone con un’età superiore ai 75 anni che presentino una di queste patologie: «cirrosi epatica, insufficienza renale cronica stadio III, insufficienza cardiaca di classe NYHA superiore a 1 e sopravvivenza stimata a meno di 24 mesi».
Intitolato Pandemia Covid-19: triage dei trattamenti di medicina intensiva in caso di scarsità di risorse il protocollo di otto pagine è stato pubblicato dall’Accademia svizzera delle scienze il 20 marzo scorso ma, come ricorda oggi La Stampa, di fatto non è mai stato applicato.
«A causa della rapidità di diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) si è venuta a creare una situazione straordinaria che determinerà un massiccio afflusso di pazienti negli ospedali per malattie acute. Se le risorse a disposizione non sono sufficienti, occorre prendere decisioni di razionamento» , si legge nell’introduzione delle linee guida.
Quindi, a pagina 5, la parte intitolata «Triage iniziale: criteri per il ricovero nei reparti di terapia intensiva» ovvero l’elenco dei criteri in base ai quali il medico dovrà prendere la difficile decisione su chi ricoverare in caso non ci siano abbastanza posti in terapia intensiva.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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