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Mattarella rompe gli indugi, scavalca Conte e chiama direttamente Bonaccini e Toti

(ARCHIVIO) Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una immagine del 28 dicembre 2017. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/PAOLO GIANDOTTI

ROMA – Mattarella rompe gli indugi, elimina ogni remora finora avuta temendo di disturbare il navigatore Conte, lo scavalca e parla direttamente con i Governatori per superare il momento d’impasse istituzionale, causato dal comportamento scorretto del premier.

Con un richiamo alla responsabilità collettiva, ciascuno per la propria parte, e alla «collaborazione» tra istituzioni, in un momento di grande impasse nel rapporto tra governo e Regioni scende (finalmente) in campo Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha deciso di far sentire la propria voce alla politica chiamando direttamente (scavalcando Conte e Boccia) in video-conferenza il presidente e il vice presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti.

Il momento è troppo grave per perdersi in divisioni, rimpalli di responsabilità, recriminazioni, per questo Mattarella ha deciso di intervenire personalmente, in vista dell’imminente varo del prossimo Dpcm sull’emergenza virus, chiamando i governatori di Emila Romagna e Liguria per ribadire – recitano le fonti ufficiali – il «ruolo decisivo delle Regioni nell’affrontare la pandemia» e per auspicare «la più stretta collaborazione tra tutte le istituzioni dello Stato». Visto che gli appelli del vanitoso Giuseppi dalla bella pochette non erano valsi a nulla, anzi, avevano esacerbato gli animi degli esponenti del centrodestra.

Il presidente della Repubblica non è entrato ovviamente nel merito delle misure concrete, ma ha voluto dare il suo contributo affinché si sblocchi al più presto quella che è sembrata finora una pericolosa impasse. «Ora più che mai dobbiamo mettere da parte appartenenze politiche e geografiche», ha convenuto Bonaccini, mentre Toti ha garantito «la più ampia collaborazione».

Un inconsueto e inaspettato sussulto di coraggio da parte di un Presidente normalmente prudente costituisce un segnale per tutte le forze politiche che la situazione è al limite e occorre fare ogni sforzo per rimediare il disastro provocato dall’insipienza mista ad arroganza del governo giallorosso. Il prossimo atto sarà mandare (finalmente) a casa Conte? Vedremo gli sviluppi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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