Covid-19: allarme dei sindacati per i contagi nelle Rsa
FIRENZE – Forti preoccupazioni dei sindacati per la situazione delle Rsa nella regione.
Il grido d’allarme è lanciato dalla Cisl-Fp Firenze-Prato tramite il suo segretario generale Nicola Burzio: «Si moltiplicano i contagi tra gli operatori sanitari e i pazienti nelle RSA, se non si ferma questo trend si mette a rischio la tenuta assistenziale in queste strutture. L’impressione che si ha – riprende Burzio – è che troppo poco sia stato fatto per preparare l’intero sistema, di cui le RSA e le case di cura fanno parte, alla seconda ondata pandemica e che i livelli organizzativi non si siano fatti trovare pronti per affrontare le criticità assistenziali che stiamo vivendo. La preoccupazione è tanta, in special modo per le persone più fragili, che in questo momento hanno maggior bisogno di assistenza. Non si può perdere ulteriore tempo, è necessario un tempestivo intervento e per questo noi diciamo alle istituzioni, Regione Toscana in testa, ASL e Società della Salute, di correre ai ripari per mettere in sicurezza operatori e pazienti, prima che il problema dilaghi in maniera catastrofica.
Prosegue Andrea Ferrini segretario responsabile della sanità Cisl-Fp Firenze-Prato: «E’ notizia di poche ore fa di un focolaio nella RSA SS. Annunziata di Firenzuola, con molti operatori sanitari e ospiti positivi al Covid-19. Il fenomeno è dilagante, attualmente nel nostro territorio i lavoratori delle RSA contagiati sono oltre 300 con tendenza all’aumento. Naturalmente il pensiero va agli operatori e agli ospiti di queste strutture che stanno vivendo un momento difficile e di grande preoccupazione».
«Nel settore privato, RSA e case di cura – aggiunge Andrea Nerini responsabile terzo settore e sanità privata Cisl-Fp Firenze-Prato – il personale è insufficiente e costringe chi è rimasto a turni massacranti. Questo non è dovuto solo all’incremento dei contagiati tra gli operatori, ma anche alla carenza di personale infermieristico e socio sanitario che il settore sta vivendo da troppo tempo ed amplificato dal travaso di questo personale nelle strutture pubbliche.»
Allarme confermato anche dalla Cgil FP di Firenze:
«Si rincorrono in queste ore notizie allarmanti sulla situazione delle RSA da ogni zona della città metropolitana di Firenze che si sta aggravando con nuovi focolai ed alti numeri di contagiati Covid tra ospiti e operatori, con situazioni che mettono a rischio la garanzia della copertura dei turni per mancanza di personale. Serve una strategia complessiva per affrontare i prossimi mesi, da mettere in campo in poche ore. Sicurezza, prima di tutto, con DPI di livello superiore ed una campagna di test a operatori e utenti.
Serve adeguare i Livelli di Assistenza per migliorare una migliore qualità dell’assistenza attraverso più tempo dedicato all’igiene e alla cura di ogni ospite. Per fare questo servono assunzioni di nuovo personale, anche per garantire le sostituzioni, e qualificazione dell’assistenza anche con una formazione sul lavoro. Bisogna rafforzare il governo clinico pubblico con Girot e Usca dedicate alle RSA così da essere in relazione con i servizi sanitari pubblici territoriali e ospedalieri.
Per gestire i casi Covid positivi, come abbiamo ampiamente potuto constatare nella prima ondata, non è possibile una gestione all’interno delle RSA che sono luoghi di relazione degli ospiti. I numero degli anziani positivi sono alti, così come il numero di lavoratori nelle strutture infettate non è sufficiente per garantire l’assistenza. In questa fase la presa in carico da parte del pubblico non copre i bisogni di personale che, dovendo garantire l’attività ordinaria, non è sufficiente nemmeno per gli ospedali, pertanto serve ottimizzare le risorse aprendo strutture dedicate per gli ospiti di RSA contagiati dal Covid dove dare loro la migliore assistenza sanitaria concentrando le forze. Strutture dedicate che permettano la netta separazione tra residenti positivi e non e l’ottimizzazione del poco personale disponibile. Un settore delicatissimo che ha bisogno di attenzione e di una strategia complessiva da mettere in campo immediatamente, per gli utenti di quelle strutture, ma anche per la tenuta complessiva del nostro sistema socio sanitario regionale».