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Pensioni: Quota 100 meno utilizzata, aumentano quelle anticipate

Tridico
Pasquale Tridico, presidente dell’Inps

M ILANO – Un articolo di davide Colombo sul Sole 24 Ore fa il punto su Quota 100, per la cui utilizzazione sembra stia scemando l’interesse dei lavoratori. Tra giugno e settembre le nuove richieste di uscita con Quota 100 sono state poco più di 36mila mentre le domande accolte, che comprendono anche le giacenze dei mesi precedenti, si sono fermate a 40mila. Ai primi di ottobre i quotisti che hanno ottenuto la pensione con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi erano 242.361: il dato comprende tutte le domande accolte dall’inizio del 2019.

Il governo ne aveva previsti almeno 300mila l’anno per tutto il triennio di sperimentazione, che si chiude nel 2021. Negli ultimi quattro mesi sono state riconosciute anche 55mila nuove pensioni anticipate con i requisiti di 42 anni e 10 mesi di contribuzione (41 + 10 per le donne) sganciati dall’aspettativa di vita.

Con questo secondo canale di uscita agevolata, attualmente destinato a rimanere tale fino al 2026, si sono pensionati finora 241.820 persone ed è prevedibile che a fine anno risulterà il più utilizzato tra quelli resi disponibili con la riforma del primo governo Conte. Il decreto 4/2019 prevedeva un monitoraggio trimestrale sulle adesioni agli anticipi ma, come si ricorderà, dopo i primi mesi di entusiasmo e di comunicazione giornaliera sulle domande per quota 100 è sceso il silenzio. E non è neppure noto, a legge di Bilancio aperta, quanto potrebbe residuare per il 2020 sul fondo attivato per finanziare questa misura.

Gli ultimi dati che Il Sole 24 Ore è riuscito a consultare dopo la presentazione del Rapporto annuale Inps di fine ottobre si fermano a settembre e non comprendono l’Ape sociale. Opzione donna, che nella versione 2020 richiede 58 anni di età e 35 di contributi maturati a fine 2019 come dipendenti, è stata scelta da 42mila lavoratrici e finora concessa a 30.637 nei dati cumulati sempre da inizio 2019.

Numeri ancora inferiori per i lavoratori precoci. Nei due scrutini sulle domande di quest’anno ne sono state accolte 10.900, oltre il 30% in meno di quelle accolte in media nel triennio precedente. Questo canale di anticipo, aperto fino al 2026, concede la pensione con 41 anni di contributi a chi far può valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età e rientra in un elenco di categorie svantaggiate, a partire da una disoccupazione per cessazione. Le domande accolte per i precoci nel 2019 sono state 13.178.

Nel Rapporto Inps si dedica un focus su Quota100, e il basso livello di adesioni viene spiegato alla luce dell’incertezza che si è determinata con la crisi sanitaria: chi ha un posto sicuro avrebbe al momento scelto di non pensionarsi pur avendo i requisiti per poter ottenere una futura pensione di maggiore importo, anche perché con Quota 100 è vietato il cumulo di pensione e nuovi redditi da lavori anche saltuari prima del compimento dei 67 anni.

Dalla primavera prossima, quando si spera la pandemia sia passata e soprattutto scaduto il termine di sospensione dei licenziamenti (si stima ne siano stati bloccati 200-250mila per giustificato motivo oggettivo), le cose potrebbero cambiare.

Nella seconda metà del 2021 è possibile che Quota 100 torni a essere opzionata da molti, visto che le posizioni in esubero potrebbero arrivare almeno un milione di addetti alle dipendenze con contratti standard o a tempo determinato. In quel contesto di ristrutturazioni aziendali diffuse in diversi settori della manifattura e dei servizi tutti i canali di pensionamento agevolato torneranno utili. E non è da escludere un nuovo picco di pensionamenti arrivi dal settore della scuola, dopo la bruttissima esperienza dell’anno scolastico e di quello in corso, compromesso dalla continua diffusione dei contagi: chi ha i requisiti dovrà presentare domanda entro il 7 dicembre.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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