Skip to main content
Padoin0 C790b84a

Riforme e Mes, scoglio quasi insuperabile per il governo. Ma si continua a trattare

Conte Ora Riparla

Si sono riaccese le diatribe e le discussioni in seno alla maggioranza di governo, con il M5S da una parte, il Pd dall’altra e Italia Viva a sostenere le proprie richieste, Mes in primis.

Il nodo dei nodi è, senza dubbio quello, che ruota, ormai da mesi, proprio attorno al Mes visto che si continua a discutere sull’ opportunità o meno di accedere al tesoretto da 36 miliardi da destinare alla sanità con il Paese in piena emergenza. Se, infatti, secondo molti la strada non solo è obbligata ma necessaria, altri temono che dietro al sì possa nascondersi una trappola. M5s in testa, sulla questione in aperto attrito con Pd e Italia Viva, schierate fin dalla prima ora per il sì.

Il dibattito, lasciato metaforicamente e volutamente in un angolo per non alimentare tensioni in un momento già delicato e critico, ora però è pronto ad esplodere.

Ma non è la sola grana sul tavolo di Palazzo Chigi. Come da copione, la strada è stretta e rigorosamente in salita con il nuovo tavolo delle riforme che è partito a rilento dopo che la riunione di lunedì scorso è terminata con un nulla di fatto. Altro dossier pesante quello che riguarda i fondi in arrivo dall’Europa pensati con l’obiettivo di dare ossigeno alle economie dei 27, letteralmente travolte dal Covid-19.

Il Recovery Plan italiano, ha assicurato il Presidente del Consiglio Conte, sarà pronto entro febbraio. Prima però – ed ecco la vexata quaestio – c’è da sciogliere il nodo sulla gestione delle risorse, verificando, al contempo, che i progetti vengano realizzati nei tempi giusti. Tenuto conto che il premier, accogliendo un pressante invito di Mattarella, ha annunciato per l’ennesima volta (ma finora non l’ha mai fatto) di voler coinvolgere le opposizioni.

E questo potrebbe costituire una ragione in più di ritardo e di scontro nella maggioranza. senza considerare il fatto che già l’Europa resta divisa sulle deliberazioni che riguardano i fondi europei, che registrano già fin d’ora un ritardo rilevante. Col rischio che, se alla fine giungeranno, per l’Italia sarà ormai troppo tardi. E saremo a rischio troika, con la prospettiva che Francia e soprattutto Germania, facciano shopping delle nostre aziende, infrastrutture e società, come è avvenuto in Grecia. Senza contare l’avanzata delle aziende cinesi, finora sottotraccia, ma rilevante, proprio quelle aziende che per Prodi e per i suoi seguaci costituivano e costituirebbero una grande opportunità.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP