Confesercenti Toscana: il commercio deve riaprire sabato 5 dicembre
FIRENZE – «La Toscana può e deve riaprire subito e in sicurezza. Nel momento in cui arriva comunicazione ufficiale o ufficiosa da parte del ministro Speranza, non possiamo aspettare ancora timbri, lettere, commissioni e burocrazia. La Toscana faccia tutti gli atti per riaprire le 60.000 Aziende che rimangono appese in un momento delicatissimo per il commercio. È un atto dovuto per tutte quelle imprese che stanno pagando un prezzo pesantissimo e se ci vuole un’ordinanza chiediamo al presidente Giani di farla per aprire, venerdì o sabato al massimo, tutte le attività».
Lo afferma, in una nota, Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana. «Il meccanismo ‘semaforico’ dell’Italia divisa per fascia rossa, arancio, gialla fa acqua da tutte le parti – aggiunge Gronchi – Noi lo avevamo denunciato subito, ma adesso lo hanno capito tutti: è soprattutto il meccanismo burocratico e barocco del passaggio da una zona all’altra, con monitoraggio 15 giorni, riunione settimanale del Cts, successivo balletto ordinanza tre Ministero della Salute e Regione a lasciare del tutto interdetti».
Claudio Bianchi, presidente di Confesercenti Metropolitana di Firenze, aggiunge: «Riformare il sistema a zone, aprire le attività̀ in sicurezza, sostegno vero per il lavoro autonomo. Un meccanismo stop and go che mortifica ed annichilisce il lavoro, l’impresa, gli investimenti e chiunque progetti di continuare a mandare avanti la propria attività̀ autonoma. Abbiamo visto nel weekend Regioni come Lombardia e Piemonte in cui, con il passaggio da zona rossa ad arancione, è già̀ partito lo shopping natalizio, nonostante il numero complessivo di contagiati su base giornaliera sia ancora molto più̀ alto della Toscana, per non parlare degli assembramenti da zona rossa di Napoli. Ormai abbiamo tutti capito che la luce in fondo al tunnel è ancora piuttosto lontana e che il complesso meccanismo della vaccinazione di massa potrà̀ dispiegare i propri effetti solo nel corso di tutto il 2021 – aggiunge Bianchi – Occorre quindi mettere in campo una nuova politica di convivenza con il virus. Fatta di nuovi strumenti normativi, che non possono limitarsi a divieti e limitazioni all’attività̀ di impresa. Ma anche di aiuti veri, concreti, sostanziali, che non tengano conto, per esempio del Codice Ateco, ma del calo sostanziale del fatturato. E di interventi seri sul taglio affitti commerciali, azzeramento tasse 2021, Web tax e credito, con azzeramento regole di Basilea. Abbiamo poco tempo davanti a noi per salvare il salvabile. Più̀ politica e scelte coraggiose, meno accanimento burocratico, please».