Coronavirus: alle Poste di Sesto Fiorentino un morto e 26 positivi. La Slc Cgil chiede un incontro col Prefetto
FIRENZE – Situazione molto preoccupante al Centro meccanizzazione di Poste italiane di Sesto Fiorentino, dove lavorano 400 dipendenti diretti e 300 indiretti. Il Coronavirus ha causato 26 lavoratori positivi da inizio autunno e un decesso. Lo rende noto il sindacato Slc Cgil lanciando l’allarme sulle condizioni di lavoro nella struttura postale e parlando di boom di casi nel mese di ottobre (13 in una sola settimana) in quanto le misure anti Covid attualmente in campo sono insufficienti.
La sigla sindacale chiede a Poste Italiane di rispettare in modo stringente le disposizioni anti Covid dei Dpcm, oltre ad adeguarsi alle raccomandazioni dell’Asl seguite a un sopralluogo avvenuto qualche settimana fa. «I lavoratori sono preoccupati, non si sentono al sicuro, temono di contrarre il virus e di portarlo nelle proprie famiglie, ad anziani e bambini – si legge in una nota sindacale -. Poste deve alzare la guardia».
Alla denuncia della Slc Cgil si unisce anche quella della Camera del lavoro di Firenze. Tra i rilievi che Slc Cgil muove ci sono «la suddivisione dei pacchi Amazon, per la quale serve molto lavoro manuale: viste le carenze di personale, vengono fatti arrivare anche lavoratori di altri reparti, e si creano assembramenti e promiscuità, gli assembramenti creati anche dal recente accorpamento tra reparti diversi per le lavorazioni manuali voluminose, una questione badge: il nuovo spazio per la rilevazione è angusto e all’uscita si accalcano giocoforza anche 50 lavoratori».
Poi Slc Cgil segnala che «la misurazione della febbre a chi entra non è obbligatoria ma viene fatta su base volontaria, le mascherine a disposizione non sono Fpp2 ma chirurgiche, le sanificazioni sono parziali e spesso in presenza dei lavoratori, e vengono fatte ex post quando spunta un caso di positività. Non si deve fare movimentazione di lavoratori nel bel mezzo di una pandemia, servono piuttosto screening periodici tra i dipendenti – dice la Slc Cgil – Senza risposte da Poste, sarà mobilitazione: useremo ogni strada per tutelare la salute dei lavoratori, fino alle diffide legali». La sigla ha chiesto un incontro al prefetto.