Commisso: temo che nuovo stadio sia un sogno irrealizzabile. Il parere di Nardella
FIRENZE – «Vedremo se per lo stadio nuovo ci saranno le condizioni per potere lavorare e destinare altre cifre molto importanti anche a questa struttura, vitale per societa’ che hanno ambizioni, ma per come si stanno mettendo le cose, per quello che sento e leggo, ho tanta paura che uno stadio nuovo per laFiorentina possa rimanere solo un sogno, forse irrealizzabile». Loha scritto il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso come risposta ad una lettera che gli aveva inviato nei giorni scorsi il vicepresidente di un viola club dell’Isola d’Elba (Livorno). «Ho a cuore la Fiorentina e tutto cio’ che faccio e’ per il bene delclub, per cercare di costruire per la nostra societa’ un futuro ricco di soddisfazioni – ha aggiunto Commisso – E’ ormai piu’ di un anno che insieme alla mia famiglia siamo immersi nel mondo viola e mi auguro di poter portare avanti le idee e i progetti che, con le persone che collaborano con me, hanno l’obiettivo direndere la nostra amata squadra sempre piu’ competitiva».
Anche Nardella si e sprime sul futuro dello stadio Artemio Franchi: «lo definisco pieno di storia. Il punto è questo: quando l’architetto Nervi lo ha progettato, ha progettato uno stadio, non un museo, quindi qualcosa pensato per lo sport, per il calcio e l’atletica. L’obiettivo è questo, continuare a fare in modo che questo stadio possa essere utilizzato per quello per cui è nato, cioè lo sport, il calcio prima di tutto. Non voglio assolutamente rimanere in mezzo allo scontro tra Guelfi e Ghibellini, cioè tra chi da un lato vuole raderlo al suolo e chi lo vuole intoccabile, perché il rischio è che poi sia definitivamente abbandonato, come è successo al Flaminio a Roma. Ci vuole un adeguamento strutturale importante perché questo stadio ha 90 anni di vita, sono cambiate le regole del calcio, quindi deve essere messo in condizione di poter essere utilizzato secondo le regole attuali. Ci sono dei problemi strutturali piuttosto importanti su cui bisogna intervenire e poi c’è anche una funzionalità di questo stadio che non può essere paragonata a quella di 90 anni fa. Tutto questo va conciliato con l’esigenza di tutelarlo: ci vogliono tutte e due le cose, per questo io credo che questo scontro tra fazioni di chi non lo vuole toccare e di chi lo vuole radere al suolo non aiuti né città né stadio. Bisogna essere un po’ equilibrati».