Licenziamenti Bekaert: l’intervento di Eugenio Giani e di Stefano Mugnai (Fi)
FIRENZE – La vicenda dei licenziamenti annunciati a 176 dipendenti dalla Bekaert di Figline Valdarno ha provocato la reazione di politici toscani a cominciare dal Presidente Eugenio Giani: «Una decisione inopportuna, gravissima e intempestiva. Capiamo la logica procedurale dei 75 giorni dal termine degli ammortizzatori sociali – commenta il presidente -; ma serve anche un clima giusto per trovare la soluzione finale a cui stiamo già lavorando. Da anni si attendono decisioni per la reindustrializzazione del sito, mentre è chiaro che “la proroga degli ammortizzatori resta essenziale per evitare una decisione che condanna il presente e il futuro di così tante famiglie.
Interviene anche l’On. On. Stefano Mugnai, Vice Presidente del Gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati «In ragione della prossima conclusione del periodo di Cassa Integrazione e non potendosi ancora prevedere soluzioni certe per tutti i lavoratori, la Società si trova nella necessità di avviare la procedura di licenziamento collettivo, questo è l’annuncio della società Bekaert arrivato oggi. Purtroppo sulla Bekaert avevo ragione. La multinazionale è inqualificabile, ma chi ha avuto negli ultimi mesi responsabilità di Governo, a vari livelli Istituzionali, non ha fatto quanto avrebbe dovuto. La politica ha il dovere di saper individuare le priorità: e quei 176 lavoratori sono da sempre una priorità. Sono 2 anni che questa situazione va avanti. Nessuno può permettersi di raccontarci che non era prevedibile adesso questo esito drammatico. E’ da molto tempo, anche in questi ultimi giorni, che noi di Forza Italia e le sigle sindacali chiedevamo un interessamento forte delle Istituzioni locali e nazionali sulla vita di oltre 170 famiglie. Si è parlato per settimane di convocare un tavolo nazionale Regione-Governo per arrivare ad una soluzione, ma nulla è stato fatto. (…) Da parte nostra come Forza Italia agiremo per cercare ogni strada utile per fermare i licenziamenti. Una decisione folle quella dell’azienda belga, se vista all’interno di un quadro economico e sociale così complicato come l’attuale nel nostro Paese.»