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Cadaveri fatti a pezzi in valigia, il gip: «Elona è pericolosa, potrebbe scappare dal carcere»

Elona Kalesha, ex fidanzata di Taulant Pasho (Foto da Chi l’ha visto?)

FIRENZE – E’ considerata una detenuta pericolosa, Elona Kalesha, in carcere con l’accusa di aver ucciso, probabilmente con la complicità di altre persone, i genitori del suo ex fidanzato Sheptim e Teuta Pasho. Secondo il gip di Firenze, Angelo Pizzuti, che il 24 dicembre ha convalidato il fermo, Elona Kalesha è una donna che potrebbe commettere nuovi reati e scappare. Per questo deve rimanere in una cella. Per il gip, contro la 36enne albanese sussistono gravi indizi e ha avuto un peso anche il fatto che si sia avvalsa della facoltà di non rispondere.

«Non ha prospettato alcuna valida diversa ricostruzione degli accadimenti», si legge nelle motivazioni dell’ordinanza cautelare. Tra gli elementi indiziari elencati poi dal gip il fatto che marito e moglie uccisi dormirono l’ultima notte prima della loro scomparsa, avvenuta il 2 novembre 2015, in una casa in via Fontana, a Firenze, affittata da Elona, all’epoca fidanzata col figlio detenuto della coppia. La donna lasciò poi frettolosamente l’abitazione tre giorni dopo, senza mai ritirare la caparra e una valigia con vestiti e altri effetti. C’è poi la testimonianza di alcuni vicini che all’epoca avvertirono un odore forte e sgradevole provenire dalla stessa casa e di aver visto una donna uscire dall’appartamento con buste che puzzavano come carne andata a male e che perdevano un liquido tipo sangue».

Infine la circostanza che la 36enne nascose alle due figlie delle vittime che i genitori avevano alloggiato in via Fontana e il fatto che all’epoca aveva indotto una delle due a mentire su dove avessero dormito padre e madre la notte tra l’1 e il 2 novembre 2015. Quanto alla necessità di tenere in carcere la donna il gip scrive che «la pericolosità di Elona Kalesha emerge all’evidenza dalla peculiarità della condotta. Ella ha infatti ucciso, presumibilmente in concorso con altre persone, marito e moglie, ha proceduto al sezionamento dei loro cadaveri e al loro trasporto fuori dall’abitazione: un’azione le cui modalità denotano una particolare intensità del dolo e fanno ritenere sussistente il pericolo che la 36enne possa nuovamente commettere reati della medesima natura». La donna poi «appare stabilmente inserita in un circuito criminale, ha relazioni strette con persone con un notevole calibro delinquenziale e presumibilmente si è avvalsa dell’operato di complici». Le indagini proseguono per risalire anche a loro e per capire il movente del duplice omicidio.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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