Piombino, JSW Steel: presentazione piano industriale rinviata al 31 gennaio. La delusione della Uil, più fiduciosa la Cisl
PIOMBINO – «Abbiamo espresso tutta la nostra delusione dopo aver appreso oggi l’ulteriore rinvio al 31 gennaio prossimo per la presentazione del piano industriale da parte di Jindal». E’ quanto hanno dichiarato Guglielmo Gambardella e Lorenzo Fusco, rispettivamente coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia e segretario responsabile Uilm Piombino a margine della riunione odierna con il MiSE, presenziata dal sottosegretario Alessia Morani, a cui hanno partecipato il vice presidente JSW Italy, Marco Carrai, i rappresentanti di Regione Toscana e Comune di Piombino.
«Abbiamo ricordato alle istituzioni che JSW Italy più volte si era impegnata alla presentazione del piano industriale esecutivo – sottolineano Gambardella e Fusco – Continuiamo a non comprendere la distanza fra le dichiarazioni di volontà da parte multinazionale indiana nel voler investire e la chiusura del negoziato per l’ingresso di Invitalia per la realizzazione dei progetti. Ci chiediamo – esortano – come sia possibile che l’imprenditore non proceda con gli investimenti per il forno elettrico a Piombino, vista la significativa dotazione messa a disposizione dalle istituzioni per l’investimento con importanti fondi nazionali e regionali, il possibile contratto commerciale per la fornitura delle rotaie per complessivi 900 milioni di euro in dieci anni a RFI e gli eventuali 100 milioni previsti con i certificati bianchi. Siamo consapevoli della complessità dell’operazione – continuano – ma Jindal smetta di giocare sulla pelle dei lavoratori e di un intero territorio perché, lo ricordiamo, l’esito della vertenza dell’ex Lucchini determina riflessi sociali ed economici per l’intera area piombinese. Non possiamo attendere che si perda ulteriore tempo per il rilancio di JSW Italy in prossimità della ripresa del mercato della siderurgia prevista nel 2021 – proseguono – rischiando di arrivare tardi rispetto agli altri competitors ma soprattutto per la permanenza in cassa integrazione degli oltre 1800 lavoratori».
I sindacati citano anche Carrai: «Carrai, su nostra sollecitazione, ha dichiarato di voler lavorare sulla costruzione di un Protocollo d’intesa per la formalizzazione degli impegni assunti da Jindal, a partire da quello della costruzione del forno elettrico già nella fase 1 del piano. A questo punto , auspichiamo, nel prossimo incontro con il MiSE , di poter acquisire elementi di certezza, che nella riunione odierna sono mancati, per poter intravedere una prospettiva chiara di cui siamo alla ricerca da troppi anni» concludono.
Parzialmente difformi le conclusioni di Cisl e Fim: «Sono positivi gli ulteriori impegni presi dal governo per la ripartenza dell’acciaio a Piombino, ma ora occorre definirne con certezza e urgenza tempi e modi. Nell’incontro odierno – dicono i segretari generali toscani di Cisl, Riccardo Cerza e Fim, Alessandro Beccastrini – sono stati fatti ulteriori passi avanti per l’ingresso dello Stato nel capitale sociale ed è stato confermato l’impegno dell’azienda a realizzare il forno elettrico che consentirà di tornare a colare acciaio. Esprimiamo dunque un giudizio positivo sul lavoro fatto dal governo per sciogliere, con la multinazionale indiana JSW, i nodi di questa vertenza ed anche sulla gestione del tavolo odierno da parte della sottosegretaria Alessia Morani.Adesso però – avvertono Cerza e Beccastrini – il tempo non può più essere considerato una variabile di cui non tenere conto; Gennaio dev’essere davvero il mese decisivo, la deadline entro cui dare una risposta ai lavoratori e alle loro famiglie.»
Molto critico il consigliere regionale Gianni Anselmi, delegato dal presidente della Toscana Eugenio Giani a seguire la questione: «La proprietà delle acciaierie Jsw Steel di Piombino si è impegnata a mettere a punto, entro la fine di gennaio, un piano industriale puntuale che anticipi la realizzazione del forno elettrico, essenziale non solo per la far ripartire la produzione nello stabilimento ma anche per la sua conversione ecologica. “Ebbene, che si usi questo tempo per fare quello che si deve fare – commenta – Abbiamo bisogno di volontà chiare e irrevocabili. Dopodiché, se il 31 gennaio il quadro non sarà ancora nitido, bisognerà dal 1 febbraio pensare ad un cambio di strategia inevitabile».