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Renzi: Bellanova, Bonetti e Scalfarotto si dimettono, Italia Viva esce dal governo

Matteo Renzi e Teresa Bellanoba (Foto Ansa)

ROMA – Le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto si dimettono dal governo. Lo ha annunciato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in conferenza stampa. «Abbiamo convocato questa conferenza per fare il punto sulla situazione politica del paese e per annunciare le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto», ha detto il leader di Italia Viva, «Ci vuole grande coraggio, senso di responsabilita’ per farlo: e’ molto piu’ difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi allo status quo», ha aggiunto.

Abbiamo chiesto tre questioni al premier. Il primo è di metodo: non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri, abbiamo fatto un governo per non darli a Salvini. Lo dice Matteo Renzi in conferenza stampa alla Camera attaccando l’utilizzo in modo ridondante delle dirette tv, quello discutibile della delega ai servizi“. “C’è una drammatica emergenza da affrontare ma non può essere l’unico elemento che tiene in vita il governo. Rispondere alla pandemia significa avere desiderio e bisogno di sbloccare i cantieri e agire sulle politiche industriali”, prosegue. “Ci sarà un motivo se l’Italia è il Paese ha il maggior numero di morti e il Pil che crolla”.

“E’ evidente che non abbiamo il controllo – prosegue il senatore – al Senato abbiamo 18 persone incredibilmente libere. Per quello che noi sappiamo o c’è un progetto per un programma di fine legislatura, noi ci siamo. Se il tema è se si formano i gruppi di ‘responsabili’, fai pure presidente. A me non risulta ci siano alcuni dei nostri ma non grido allo scandalo, penso sia un’occasione persa”.

Lo sbocco della crisi? “Tocca al presidente del Consiglio, noi siamo pronti a discutere di tutto – risponde – non abbiamo nessuna pregiudiziale nè su formule nè su nomi”. “Non ci sono stati contatti con il presidente del Consiglio”, assicura.

E infine: «Un nuovo governo Conte? Non abbiamo veti su nessuno e pregiudizi, non siamo interessati ad un nome, siamo interessati a mandare avanti l’Italia. Conte vuole venire in parlamento? Andare in parlamento non e’ una minaccia, non e’ una concessione, e’ la democrazia. Sia per questa maggioranza, che per una eventuale forma diversa di maggioranza parlamentare non c’e’ un solo nome per Palazzo Chigi, chi dice o tizio o voto, e’ irresponsabile»

Ma in questa situazione +è importante la posizione di Mattarella, che aveva incontrato Conte ancor prima della conferenza stampa di Renzi, probabilmente per conoscere le sue intenzioni e, forse, per dagli qualche dritta.

Adesso si attendono le reazioni del premier e delle forze (rimaste) della maggioranza. Già stasera nel Consiglio dei ministri convocato da Conte per le 20,30.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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