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Governo: Pd e M5S, guerra di numeri al Senato. Renzi annuncia l’astensione

Trento
Il premier Giuseppe Conte
2020. FACEBOOK

ROMA – E’ una guerra di numeri, quella che si preannuncia martedì 19 gennaio in Senato, quando il premier Conte affronterà in Parlamento la sfida aperta da Matteo Renzi e cercherà di far sopravvivere il governo. Il Pd di Nicola Zingaretti si dice pronto a sostenere un allargamento della maggioranza, ma chiede di concretizzare quel cambio di passo invocato a più riprese nelle ultime settimane. Mentre Italia viva, dopo aver ritirato le ministre e aver aperto la crisi, lascia uno spiraglio: «Se Conte scioglie alcuni nodi, ci siamo».

E in serata fa sapere parlando in tv: «Staremo nell’arena politica lunedì e martedì, vedremo cosa il presidente del Consiglio farà, se arriverà al voto. Se dovessi scommettere oggi su un posizionamento nostro, ovviamente non possiamo votare la fiducia dopo quello che è successo, se cercherà di aprire alla senatrice Lonardo, a pezzi di Forza Italia e al mondo che sta cercando di portare con sé al posto nostro, ci asterremo».

Qualsiasi passo indietro è impossibile, dice però Vito Crimi: “Con Renzi la situazione è e resta invariabile: abbiamo chiuso”. Raggiungere quota 161 a Palazzo Madama, vale a dire la maggioranza assoluta, appare una chimera. E se l’ex sindaco di Firenze fissa qui l’asticella, i ragionamenti della maggioranza di governo sono però diversi: basterà incassare la fiducia, anche se ci si dovesse fermare, come appare molto probabile, sotto questo traguardo.

E’ un giorno di trattative e contatti con i costruttori, che vengono sondati ad uno ad uno. E intanto arriva il secondo contenitore che potrebbe ospitare proprio i responsabili: dopo l’apertura del Psi, anche il Movimento per gli italiani all’estero, che vota da sempre a sostegno dell’esecutivo, cambia nome e diventa Maie-Italia 23. A spiegarne la missione, il presidente Ricardo Merlo (che è anche sottosegretario agli Esteri): «Vogliamo essere uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte». La nuova componente riceve subito l’adesione dell’ex 5S Maurizio Buccarella, che fa salire così a 5 il numero dei componenti.

M5s ribadice il proprio sostegno al premier e Luigi Di Maio sottolinea la propria lealtà al premier: «Io presidente del Consiglio? Questa cosa affiora ogni volta che si vuole mettere zizzania. E’ una cosa che si fa circolare per avere la scusa per non dare la fiducia martedì a Conte in Senato. Io non solo gli sono leale, ma sto anche lavorando con tutti gli altri ministri per superare questo momento difficile. Poi è ovvio che se dobbiamo mettere insieme un governo posticcio o precario, allora sono io a dire che è meglio andare a votare». Il centrodestra boccia le manovre della maggioranza. «Non hanno i numeri al Senato», dice Matteo Salvini e domani si riunirà in un vertice a Milano.


Bennucci

Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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