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Giorno della memoria: consegnate in prefettura medaglie a ex deportati

Prefmem

FIRENZE – In occasione del Giorno della Memoria, il Prefetto di Firenze Alessandra Guidi ha consegnato in palazzo Medici Riccardi le medaglie d’onore che il Presidente della Repubblica concede agli ex internati nei campi di prigionia nazisti durante il secondo conflitto mondiale. Quest’anno gli insigniti della provincia di Firenze sono stati undici. I riconoscimenti sono stati ritirati dai familiari e sono stati attribuiti alla memoria di:

Vincenzo Baracani, internato nel campo di prigionia tedesco di Stammlager IX C;
Pasquale Cristiano, morto in prigionia il 21.2.1944;
Antonino Di Gati, deportato dal 09/09/1943 al 09/05/1945;
Aristide Fabiani, internato nel campo di Moosburg – Stalag VII A;
Orazio Frilli, internato nei campi di Zeithain e di Fallingbostel;
Gaspare Gelsomino, deportato dal 14/09/1943 al 22/08/1945 e internato in Germania;
Giuseppe Norello, internato nello Stalag XI B, a Fallingbostel, in Germania;
Alfredo Ravoni, deportato dal 08/09/1943 al 05/08/1944 e internato in Jugoslavia;
Giuseppe Sdruccioli, internato a Fallingbostel, nella Bassa Sassonia;
Monaldo Sordi, internato a Sieddlee, in Polonia e nei campi di Sandbostel e Wietzendorf in Germania;
Paolo Vannetti, internato nello Stalag VI F a Bocholot, in Renania.

In osservanza delle norme anti-COVID-19, la cerimonia si è svolta senza pubblico.

“Le molteplici le occasioni commemorative organizzate sia nella città di Firenze che nei comuni della provincia in occasione del Giorno della Memoria – ha detto il Prefetto – confermano come in tutta la nostra collettività sia fortemente sentito il dovere di ricordare lo sterminio degli ebrei. Firenze e tutto il territorio provinciale sono attenti custodi della memoria. Fare memoria significa ricordare, commemorare ma anche e soprattutto comprendere e interrogarsi.
Di fronte a eventi come la Shoah, non possiamo più lasciare alla testimonianza dei pochi diretti protagonisti di quel tempo il compito di fare da monito alle future generazioni. Lo Stato, le istituzioni pubbliche hanno il dovere di spingere lo sguardo nel fondo della storia. Una storia di discriminazione organizzata, di de-personalizzazione scientificamente e ordinatamente architettata e non una storia di straordinaria follia.
Solo così questa giornata restituirà il dovuto omaggio a chi ha perso la vita per la libertà e sarà utile stimolo per rafforzare il futuro della nostra democrazia”.

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