
Siena, autoriciclaggio: 5 misure cautelari e sequestri per 14 milioni. Indagato proprietario di bar famosi
SIENA – L’accusa è autoriciclaggio, ma sono contestati anche reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio. Cinque le misure fra coercitive e interdittive e il sequestro preventivo di 14 milioni di euro tra disponibilità liquide, beni mobili e immobili. L’operazione, denominata Hidden Partner è condotta dalla Guardia di Finanza che ha dato esecuzione ai provvedimenti disposti dal tribunale di Siena, su richiesta del pm Siro De Flammineis. Sono 12 gli indagati a cui vengono contestati a vario titolo i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio. Tra le misure cautelari un divieto di dimora per un alto funzionario pubblico accusato di corruzione. Numerose le attività di rogatoria all’estero, anche attraverso specifiche interlocuzioni con Eurojust, in diversi stati esteri a vario titolo coinvolti dai flussi documentali e finanziari; tra questi Svizzera, Cipro, Estonia, Lettonia, Francia, Isole Vergini Britanniche, Federazione russa e Austria
Tra gli indagati un imprenditore kazako del settore petrolifero, Igor Bidilo, che negli anni ha acquistato numerosi bar e ristoranti in Piazza del Campo a Siena, tra cui il bar Nannini attraverso una sua società, oltre che numerose altre attività nel settore della ristorazione anche a Firenze, come lo storico caffè Giubbe Rosse. All’imprenditore kazako, che non figura tra i cinque destinatari delle misure cautelari, sarebbero stati sequestrati beni mobili e immobili, tra cui una residenza di pregio a Roma.
AGGIORNAMENTO DELLE 17,40
Indagato anche Vincenzo Del Regno, già segretario a Genova, Siena, Prato, Firenze, poi dal 2017 alla metà del 2019 membro della deputazione generale della Fondazione Mps, quindi giudice della sezione regionale della Corte dei Conti della Toscana. Del Regno è stato colpito dal divieto di dimora a Siena, misura cautelare emessa dal gip nell’ambito dell’inchiesta che vede indagate a vario titolo 12 persone per autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio. Sotto la lente degli inquirenti la società Sielna spa di proprietà dell’imprenditore kazako Bidilo che, secondo l’accusa, attraverso fondi custoditi in diversi paradisi fiscali che avrebbero portato ad un’evasione fiscale di oltre 50 milioni di euro nel 2014 e 2015, avrebbe poi portato all’acquisto di numerose attività nel settore della ristorazione a Siena, Roma, Milano e Firenze. Qui il Caffè Scudieri e poi la gestione della caffetteria di Palazzo Pitti e, nel 2019, lo storico caffè letterario Giubbe Rosse di piazza della Repubblica. Proprio in quest’ultima operazione figurerebbe Del Regno che, secondo il pm Siro De Flammineis, avrebbe agevolato l’acquisto tramite i suoi contatti interni al Comune di Firenze per poi compiere con la stessa Sielna operazioni commerciali private.
Inoltre è stato raggiunto da misura cautelare con sospensione di 6 mesi dai pubblici uffici il presidente della Camera di commercio di Arezzo e Siena, Massimo Guasconi, da poco nominato alla presidenza di Unioncamere Toscana. Secondo l’accusa, Guasconi avrebbe cercato investitori per sostenere l’attività imprenditoriale di Sielna Spa in cambio dell’acquisto da parte della stessa di una sua proprietà in Val d’Orcia con un contratto preliminare di vendita del valore di circa 400mila euro. Sospensione dell’esercizio di attività imprenditoriale per due figure apicali della società Sielna e sospensione due mesi dai pubblici uffici per agente di polizia municipale a Siena per il suo coinvolgimento in un presunto episodio di corruzione. Tra gli indagati, ma non raggiunto da misura, il magnate kazako a cui sono stati sequestrati beni mobili e immobili tra cui diversi appartamenti a Siena, un ex convento a Firenze ed un attico vicino a Piazza di Spagna a Roma.