Processo Eni: assolti Descalzi, Scaroni e gli altri imputati
MILANO – Tutti assolti dal Tribunale di Milano i 15 imputati dek processo Eni. Assolte anche le società Eni e Shell. Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, era accusato corruzione internazionale con al centro l’acquisizione dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl245 in Nigeria. I giudici hanno assolto anche il suo predecessore nonché attuale presidente del Milan, Paolo Scaroni.
Le sentenze di assoluzione sono state decise dalla settima sezione del Tribunale, presieduta dal giudice Marco Tremolada che ha scagionato anche gli allora manager operativi nel Paese africano, i presunti intermediari, Shell con i suoi quattro ex dirigenti e l’ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete. «Finalmente a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda»: è il commento dell’avvocato Paola Severino, difensore dell’ad della compagnia petrolifera.
La Procura, prima dell’estate 2020, aveva chiesto condanne per tutti, tra cui 8 anni di carcere per l’ad di Eni, Claudio Descalzi, e per il suo predecessore Scaroni, 10 anni per l’ex ministro del petrolio nigeriano, Dan Etete, 7 anni e 4 mesi per Roberto Casula, manager per la compagnia petrolifera italiana nell’area dell’Africa sub-sahariana, e la confisca di 1 miliardo 92 milioni e 400 mila dollari sia nei confronti di Eni e di Shell – nei cui confronti è stata chiesta una sanzione pecuniaria di 900 mila euro ciascuna – sia nei confronti di tutti gli imputati. Le richieste di pena sono da sempre ritenute dalla società di San Donato prive di qualsiasi fondamento, e in assenza di qualsivoglia prova o richiamo concreto ai contenuti della istruttoria dibattimentale.
Eni in Borsa a Milano porsegue la seduta in rialzo e senza particolari oscillazioni dopo la sentenza di assoluzione della società e del suo ad Claudio De Scalzi nel caso Nigeria. A Piazza Affari il tiolo avanza dello 0,8% a 10,32 euro.