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Asse Letta-Conte: due ostacoli, Raggi e Renzi. E il M5S perde pezzi

Giuseppe Conte Scuro
Giuseppe Conte

ROMA – Parte il cantiere Pd-M5S in vista delle elezioni amministrative che si terranno in autunno e parte l’asse Letta-Conte. Nella sede dell’Arel va in scena il primo faccia a faccia tra il segretario dem Enrico Letta e il capo ‘in pectore’ del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, nell’ambito degli incontri avviati dal leader del Pd con le forze politiche alternative al centrodestra. Sul tavolo temi come la pandemia, i vaccini, il sostegno al governo Draghi e le riforme per riflettere insieme sugli aggiustamenti del sistema. Un colloquio molto positivo, tra due ex che si sono entrambi buttati, quasi in contemporanea, in una nuova affascinante avventura, scrive in un tweet Letta.

Dal canto suo Conte parla di confronto proficuo e utile e annuncia l’apertura di un cantiere, con lo sguardo rivolto al voto nelle grandi città, primo grande banco di prova per l’alleanza: Sulle amministrative c’è la volontà di confrontarsi e trovare soluzioni efficaci. Chi va da solo è meno efficace, ha spiegato dopo l’incontro Conte, definendo il Pd l’interlocutore privilegiato del nuovo M5S.

Restano però due incognite sul decollo del nuovo asse. La prima si chiama Virginia Raggi, l’altra Matteo Renzi. La sindaca pentastellata di Roma rappresenta un ostacolo sul binario dell’alleanza Pd-M5S. La ricandidatura di Raggi per il Campidoglio, fortemente osteggiata dal Pd – che accarezza l’ipotesi di una mozione di sfiducia -, rischia di spaccare anche il M5S: lo stesso Conte, raccontano, non sarebbe pienamente convinto dell’opportunità di puntare sulla prima cittadina uscente. Proprio su Raggi oggi si è consumato uno scontro tra dem e pentastellati dopo le parole del governatore del Lazio (ed ex segretario Pd) Nicola Zingaretti, che ha definito una minaccia per Roma la ricandidatura della grillina. Zingaretti chieda scusa, la replica degli esponenti romani del M5S.

Per quanto riguarda Renzi, invece, da parte di Letta non è stato posto alcun veto sul leader di Italia Viva: il segretario dem sta infatti lavorando a un centrosinistra largo, che contempli sia Iv che i 5 Stelle. Questo però si scontra con l’aut aut lanciato da Renzi: Enrico scelga tra noi e il M5S. E non è un mistero che l’epilogo traumatico del secondo governo Conte abbia prodotto una frattura tra l’ex premier e Renzi difficilmente sanabile.

Nel frattempo il M5S continua a perdere pezzi. Oggi ha abbandonato il gruppo alla Camera il deputato Giorgio Trizzino. Un addio di peso, visto che Trizzino era considerato uno dei contiani di ferro. Nei prossimi tempi si definiranno scelte importanti per il Movimento che vedranno al centro Giuseppe Conte ed io lo avrei accompagnato volentieri lungo questa strada ma poiché sono convinto che per me non ci sia più tempo e spazio, pur avendo fatto di tutto per rimanere, è arrivato il momento di tirare giù la valigia e salutare, scrive Trizzino in una lettera di commiato diffusa sui social.

Salutano con favore il nuovo corso, invece, gli esponenti del neonato think tank Italia Più 2050. Molto positivo il dialogo tra Conte e Letta, twitta il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, per il quale è necessario aprire un cantiere in vista delle amministrative 2021. Ci sono tutte le premesse per fare un buon lavoro sui temi ed ottenere risultati importanti, insieme. L’associazione culturale promossa dalla sottosegretaria al Sud Dalila Nesci potrebbe non essere l’unica ‘corrente’ a strutturarsi. Iniziative analoghe, secondo quanto apprende l’Adnkronos, potrebbero vedere la luce presto all’interno dei gruppi di Camera e Senato.


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Ezzelino da Montepulico


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