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Elezione del Capo dello Stato si avvicina, fra poco inizierà la battaglia fra gli schieramenti

Il Quirinale Conte
Una veduta esterna del Quirinale ANSA/ANGELO CARCONI

Ancora resta in sottofondo l’elezione del Capo dello Stato, mentre Draghi va avanti col suo programma. Permane qualche schermaglia (Salvini-Letta) fra i partiti di maggioranza, ma sembra reggere un sostanziale accordo per vaccini, recovery plan e riforme. Sotto traccia si affilano già le armi per la non lontana elezione (fine gennaio 2022) del nuovo Capo dello Stato. La situazione in fondo sembra ricalcare, con meno contrasti e confusione, quella che portò all’elezione di Re Giorgio-bis, con la condizione, posta da quest’ultimo, che si sarebbe trattato di un settennato …molto breve. Come difatti avvenne.

A fine luglio, con l’inizio ufficiale del semestre bianco, si comincerà forse a intravedere qualche strategia; finora nessuno schieramento sembra avere le idee chiare. Salvini vorrebbe lanciare Draghi, mentre le sinistre vogliono, al solito, tagliare i ponti al candidato di Salvini, ma stavolta non possono affermarlo apertamente.

Se Pd e M5S troveranno prima o poi un’intesa dovrebbero giustificare (con difficoltà) un eventuale no a Draghi; Enrico Letta ha più volte già messo le mani avanti affermando che «Draghi deve completare il suo lavoro da premier».

Mattarella ha già fatto intendere di non essere disponibile a un bis modello Napolitano.

Occorre quindi che le sinistre più M5S si sbrighino a trovare una rosa gradita e accettata anche da Forza Italia per avere i numeri necessari all’elezione Da tempo si sussurrano i nomi di Paolo Gentiloni, Dario Franceschini, o addirittura Romano Prodi e Giuliano Amato. Resta l’incognita Renzi che potrebbe senza dubbio avanzare proposte spiazzanti.

Se si rinnoverà, come avvenne con Napolitano, l’impasse istituzionale, i partiti potrebbero supplicare il riluttante Mattarella di accettare un incarico bis per dare loro il tempo di sciogliere questo intricato nodo. Impresa non del tutto facile, viste le molteplici affermazioni contrarie dell’attuale inquilino del Colle. Ma alla fine anche il titubante Sergio potrebbe essere costretto a fare di necessità virtù.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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