Pensioni: pressing dei sindacati per riaprire tavolo col governo
ROMA – Sindacati in pressing sulle pensioni, perché si riapra subito il cantiere della riforma, prima dello stop a Quota 100 a fine anno, definendo nuova flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Tema su cui Cgil, Cisl e Uil insistono per l’avvio di un confronto con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, e lanciano l’iniziativa “Cambiare le pensioni adesso”, in programma oggi con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
I sindacati tornano quindi a chiedere al Governo di aprire al più presto un tavolo. A fine anno si conclude la sperimentazione triennale di Quota 100, la possibilità di uscita anticipata con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi, ed il pensionamento di vecchiaia a 67 anni tornerà la via principale, a meno che non si abbiano 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le lavoratrici).
Con il timore sul cosiddetto “scalone”. Cgil, Cisl e Uil rilanciano la piattaforma unitaria e chiedono di superare la legge Fornero a partire dal 2022, di introdurre una flessibilità in uscita dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, di riconoscere la diversa gravosità dei lavori e anche il lavoro di cura delle donne, le maggiori vittime dell’inasprimento dei requisiti pensionistici degli ultimi anni; di prevedere una pensione di garanzia per i giovani, di sostenere il reddito dei pensionati ed estendere la 14esima, di rilanciare la previdenza complementare.