Skip to main content

La lettera dal Titanic di Mathilde, ritrovata in una bottiglia su una spiaggia canadese (Foto)

La lettera attribuita alla 13enne Mathilde Lefevre, viaggiatrice di terza classe del Titanic, che l’avrebbe gettata chiusa in una bottiglia, il giorno prima del tragico naufragio (Foto ANSA)

Appassiona la Francia e il mondo la lettera dal Titanic, dentro una bottiglia, che il mare ha fatto ritrovare su una spiaggia canadese. Una lettera scritta da Mathilde, ragazzina francese di 13 anni che si sarebbe affacciata dal mitico ponte di terza classe (cantato anche da Francesco De Gregori) della nave del più celebre naufragio della storia. Mathilde si affacciò per lanciare per lanciare la bottiglia con la lettera. Ma è davvero un messaggio di Mathilde affidato all’oceano o uno scherzo? Studiosi di tutto il mondo si alternano sul reperto, le possibilità che sia autentico sono in crescita.

Il ritrovamento avvenne quattro anni fa, nel 2017: una famiglia canadese, passeggiando su una spiaggia della baia di Fundy, nel sud-est del Quebec, si imbatté nella bottiglia. La aprirono. Dentro, un foglio ingiallito dal tempo. E una lettera firmata Mathilde Lefebvre: «Lancio questa bottiglia nel mare – c’è scritto – dobbiamo arrivare fra qualche giorno a New York. Se qualcuno la trova, avvertite la famiglia Lefebvre a Liévin». La data: 13 aprile 1912, il giorno prima del naufragio del Titanic.

Più numerosa e certamente più povera della famiglia che ritrovò la bottiglia, era quella di Mathilde. Franck, il padre, era minatore a Lièven, nel nord. Poverissimo, partì nel 1910 con uno dei figli, Anselme, che aveva 10 anni, per cercare fortuna in America. La trovò nelle miniere di carbone di Mystic, nell’Iowa, tanto che due anni dopo aveva racimolato i soldi per pagare il viaggio alla moglie, Marie, e agli altri 4 figli, fra i quali la scrivana Mathilde, che perirono nel naufragio e non lo raggiunsero mai.

Vero messaggio lanciato per avventuroso passatempo dalla ragazzina, o falso di qualche spirito balzano? Studiosi di tutto il mondo, grafologi, storici, ricercatori universitari, stanno collaborando con l’Università del Quebec per stabilire l’autenticità del reperto. Primo risultato positivo: la bottiglia sembra davvero appartenere al periodo del viaggio e del naufraio del Titanic, la fabbricazione è compatibile con quella di inizio Novecento, così la qualità e l’analisi chimica del vetro, stando al laboratorio di archeologia.

Analoghe conferme dall’esame carbonio 14 sul tappo e sulla carta da lettera. Uno spettroscopio ha passato al vaglio l’inchiostro: tutto sembra credibilmente databile 1912, anche se un abile falsario potrebbe essersi procurato vetro, tappo, carta dell’epoca e aver utilizzato un inchiostro contraffatto. Ma per quale scopo si sarebbe impegnato in un giochino tanto complesso? Ciò che lascia interdetti gli studiosi è la grafia di Mathilde, che appare diversa dal corsivo regolare e dal tratto continuo che si insegnava allora nelle scuole. E’ una scrittura nervosa, quasi spezzettata, che pare influenzata dalla tipografia. Ma dice qualche grafologo, Mathilde avrebbe potuto chiedere ad un adulto di scrivere la lettera per lei. O era, forse, una ragazzina molto dotata per la sua età e con capacità di scrivere velocemente e in modo meno accurato.

In ogni caso, la famiglia Lefebvre è esistita e Mathilde si trovava davvero sul Titanic con la madre e i fratelli. Lo rivela il giornale Le Parisien, che aggiunge anche l’epilogo non lieto: appreso del naufragio e dell’esistenza di due bambini francesi sopravvissuti, il padre, Franck Lefebvre, corse a New York per chiedere se fossero i suoi. Ma era entrato in America con un nome falso, e fu immediatamente rimpatriato in Francia.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741