La Corte Costituzionale ha stangato i pensionati, ma aumenta le sue spese anche nel 2021
Ricorderete tutti le innumerevoli sentenze della Corte costituzionale che ha sacrificato gli assegni dei pensionati in nome della ragion di Stato, In questi ultimi 7 anni, a partire dal non rimpianto governo Monti, i pensionati hanno fatto ricorso alla Consulta per avere giustizia contro norme governative che falcidiavano le pensioni, considerando i pensionati veri e propri bancomat dello Stato. Così è stato per la perequazione ridotta, così, soprattutto, per i vari contributi di solidarietà stabiliti, in misura elevata, per le pensioni considerate alte. Alle migliaia di ricorsi presentati la Consulta ha opposto la ragion di Stato, la tutela del bilancio giustificava gli interventi restrittivi.
Ma una tale severità i 15 giudici della Consulta sembra che non l’abbiano mai adottata per limitare i costi rilevanti della Corte. Che evidentemente, a loro giudizio, non intaccano il bilancio dello Stato.
Il giornale La Notizia ci fornisce un quadro preciso delle spese e dei costi della Corte. Nel bilancio previsionale per il 2021 risulterebbe messo nero su bianco che la Corte Costituzionale complessivamente ci costerebbe la bellezza di 58,5 milioni. A tanto ammonterebbero le spese previste per quest’anno, in crescita rispetto all’anno scorso quando si preventivavano uscite per poco più di 55 milioni.
La maggior parte degli stanziamenti sarebbero assorbiti dal costo dei magistrati e del personale. Tra retribuzioni e oneri vari i magistrati costituzionali ci costerebbero 7,9 milioni di euro. Come si legge nella nota al bilancio, superando la norma che fissa l’ammontare massimo per l’amministrazione pubblica a 240mila euro, i 15 della Consulta fanno eccezione: Dal 1° maggio 2014 la retribuzione è pari a 360.000,00 euro lordi annui per ciascun giudice.
C’è, poi, il costo del personale: 29,3 milioni di euro. Senza tener conto delle pensioni, il cui costo è in costante crescita. Nel 2021 i pensionati gestiti dalla Corte, come emergerebbe ancora dalla nota tecnica del bilancio, sarebbero 25 ex giudici e 12 loro superstiti, 158 ex dipendenti e 84 loro superstiti, per un totale di 279 posizioni, 7 in più rispetto alle 272 del 2020, con un aumento della spesa per le pensioni che, per l’anno in corso, supererebbe quota 15 milioni di euro.
Inoltre a ciascun giudice, per la durata del mandato, risulterebbero assegnati un cellulare, un pc portatile e un’autovettura. Inoltre la Corte sosterrebbe i costi di viaggio dei giudici residenti fuori Roma nonché, per tutti i giudici, le spese di viaggio fuori sede relative agli impegni in rappresentanza della Corte, mentre a ciascun giudice costituzionale sarebbe assegnata una piccola foresteria (monolocale o bilocale).
Considerata questa situazione ci chiediamo con che Coraggio la Corte continuerà a tartassare i pensionati, conservando però i suoi benefit e trattamenti economici, stavolta senza alcuna considerazione del bilancio dello Stato.