Bekaert: per soluzione c’è tempo fino al 31 luglio. Sindacati insoddisfatti incontro al Ministero
FIGLINE – L’unica strada ad oggi percorribile per la reindustrializzazione dell’area passa dal rilancio delle acciaierie di Piombino e dal progetto della filiera toscana dell’acciaio. Una strada lunga, forse ci vorranno anni. Nel frattempo, restano i 110 lavoratori licenziati e il tentativo di trovare loro un’occupazione entro il prossimo 31 luglio. Poco tempo, ma è quello che concede Bekaert, che, ha fatto sapere durante l’incontro, s’impegna fino a quella data a proseguire con il lavoro di supporto e cooperazione per eventuali progetti industriali che dovessero coinvolgere il sito di Figline e per favorire il ricollocamento attivo dei lavoratori nelle aziende del territorio interessate ad assumere, a tempo indeterminato con un incentivo di 10mila euro. Respinta, invece, la proposta della Uilm di dare come indennizzo ai 113 licenziati i 40mila euro previsti nell’accordo per ogni lavoratore riassorbito da chi avesse acquistato lo stabilimento di Figline per la reindustrializzazione.
Al tavolo, in rappresentanza della Regione Toscana, Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per il lavoro e le crisi aziendali. Abbiamo registrato, così come il ministero, la disponibilità dell’azienda sugli incentivi seppure per un periodo limitato e contiamo sull’asse con Piombino per il rilancio della siderurgia toscana su cui sta lavorando il Governo spiega Fabiani. Il consigliere esprime la volontà di tutelare il bacino occupazionale del Valdarno: chiameremo a raccolta i Comuni dell’area, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di categoria.
Questi i commenti dei sindacalisti presenti, totalmente insoddisfatti dell’incontro, secondo quanto riferisce La Nazione:
«Alcune imprese interessate ad assumere i lavoratori ex Bekaert ci sono – commenta Davide Materazzi, segretario della Uilm di Firenze – ma forse si concretizzeranno per una decina al massimo di lavoratori. Non è certo un intervento definitivo, quale sarebbe invece portare occupazione sul territorio. E per farlo, l’unica soluzione, sottolinea Materazzi, è reindustrializzare il sito ex Pirelli: questo deve restare l’obiettivo».
«Purtroppo l’area ex Pirelli non è più legata ai lavoratori rimasti. Se dal 1 agosto arriva qualcuno interessato ad acquistare il sito, può mettere a lavorare i suoi dipendenti e nessuno, nemmeno il Governo, può farci più niente», commenta amareggiato Alessandro Beccastrini, segretario generale della Fim Cisl Toscana.
«All’incontro di oggi – sottolinea il segretario della Fiom Cgil di Firenze, Daniele Calosi – ci aspettavamo di parlare del piano di reindustrializzazione dello stabilimento e del necessario ritiro dei licenziamenti, vista la conferma dell’impegno del Ministero a dare un futuro industriale a quel sito. Bekaert invece ha ribadito che per l’azienda non ci sono né le condizioni, né le intenzioni ad attivare ulteriori ammortizzatori sociali».