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Salute globale e Covid-19: le contrastanti tesi di summit romano, esperti e Oms

Draghi E Ursula

Il premier Draghi, nel quadro del G20 presieduto dall’Italia, ha inaugurato a Villa Pamphili il Global Health summit, una riunione oceanica di capi di Stato e di governo, istituzioni europee e esperti che dovevano discutere sui progressi realizzati nella battaglia contro il Covid-19 e condividere esperienze positive e negative.

Dopo una prima fase di dibattito si è arrivati alla conclusione che progressi sono stati compiuti, ma che nessuno sarà al sicuro finché tutto il mondo non sarà vaccinato. Pensando alle sterminate popolazioni dell’Africa, dell’India e di altre parti del mondo non sembra che il traguardo sia agevole o prossimo, anche se gli Stati ricchi e la Ue si sono impegnati a fornire vagonate di vaccini ai Paesi più poveri.
Mentre dal summit, che si concluderà con una pomposa dichiarazione di Roma, di 15 pagine, come ha indicato l’agenzia Ansa, potrebbero venire segnali positivi, da altre parti invece si lanciano grida più allarmanti.

Andiamo con ordine. Al summit romano, Draghi, in grande spolvero, ha esordito affermando che, dopo un anno e mezzo, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Per la prima volta, ha affermato, la normalità si avvicina, cercando di dare un indirizzo positivo al summit. Subito appoggiato dalla Presidente della Commissione Ue,.Ursula Von der Leyen, la quale ha sostenuto che dobbiamo agire adesso per mettere sotto controllo la pandemia in tutto il mondo, non solo in alcune regioni o Paesi, ma ovunque. Dunque, aggiunge Draghi, dobbiamo vaccinare il mondo e farlo rapidamente, seguito a ruota dalla Von der Leyen: ‘Obiettivo Summit assicurare vaccini a tutti. Entro il 2021, 100 milioni di dosi a Paesi basso-medio reddito. Anche Macron ha assicurato il suo appoggio a questa tesi.

Pare di capire perciò che il vaccino sia la panacea di tutti i mali e quando tutti saranno vaccinati il virus sarà un ricordo. Fin qui le tesi ottimistiche dei principali partecipanti al summit. Un avvertimento a stare molto attenti arriva invece dal panel di 26 scienziati provenienti da tutto il mondo nel rapporto pubblicato sul sito della Commissione Europea in occasione del Global Health Summit di oggi e rilanciato dall’Iss. Secondo loro il mondo sta entrando in una age of pandemics. Nuove ondate epidemiche sono possibili soprattutto nei paesi con bassa copertura vaccinale.

Infine, dulcis in fundo, arriva una denuncia dell’Oms. La mortalità in eccesso sulla media dei decessi registrata dalla denuncia del primo caso di covid, a fine 2019, in Cina è molto superiore al numero dei decessi attribuiti all’epidemia. Il covid, è stato precisato oggi, in occasione della pubblicazione del rapporto annuale dell’Organizzazione mondiale per la sanità sulle statistiche sanitarie mondiali, ha provocato almeno tre milioni di morti, in modo diretto o indiretto, mentre il numero dei decessi attribuiti ufficialmente al coronavirus è fermo a 1,8 milioni.
Quindi i riflessi negativi della pandemia sono stati moilto sottostimati e forse è meglio che i potenti del mondo e la Ue rivedano le loro prospettive e le loro strategie anche sulla base delle indicazioni degli esperti citati e dell’Oms.

Una situazione che ricalca quella alla quale da tempo siamo abituati ad assistere nei numerosi talk show e dibattiti in Italia, dove virologi ed esperti, politici e giornalisti sostengono tutto e il contrario di tutto, con i risultati che si sono visti in quest’anno e mezzo di pandemia. La gente è rimasta sconcertata a lungo; non avendo elementi per decidere un comportamento preciso si è fidata delle indicazioni del governo e degli esperti. E adesso sono tutti convinti che la vaccinazione di massa risolverà tutti i problemi, tanto che sono disposti a fare il richiamo vaccinale anche in vacanza, al mare. Per la grande gioia dei produttori di vaccini.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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