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Mattarella: scontri fra magistrati minano il prestigio della giustizia. Nuovo altolà del Presidente

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

PALERMO – Il 29esimo anniversario della strage di Capaci, con il ricordo di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della mafia, e’ stata anche l’occasione per il capo dello Stato di ribadire alcuni concetti chiave sul fronte della giustizia, alla luce delle polemiche legate ai casi Palamara e Amara-Csm. Nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo, il capo dello Stato ha nuovamente strigliato i magistrati e ha richiamato quanto gia’ detto nel giugno 2019 al CSM e nel giugno 2020 al Quirinale.

«A Falcone, a Borsellino, a tante nobili figure di magistrati caduti vittime perche’ avvertivano alta la responsabilita’ del ruolo e della dignita’ della funzione di giustizia, guarda il complesso della Magistratura italiana. Ad essi si ispira il lavoro tenace di tanti magistrati, presidio di legalita’. A figure di magistrati come loro la societa’ civile guarda con riconoscenza. Vi guarda come lezioni che consentono di nutrire fiducia nella giustizia amministrata in nome del popolo italiano. In direzione contraria sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della Magistratura, minano il prestigio e l’autorevolezza dell’Ordine Giudiziario. Questi devono risiedere nella coscienza dei cittadini. Anche il solo dubbio che la giustizia possa non essere, sempre, esercitata esclusivamente in base alla legge provoca turbamento. Se la Magistratura perdesse credibilita’ agli occhi della pubblica opinione, s’indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia. Vorrei ribadire, oggi, quanto gia’ detto nel giugno 2019 al CSM e nel giugno 2020 al Quirinale: la credibilita’ della Magistratura e la sua capacita’ di riscuotere fiducia sono imprescindibili per il funzionamento del sistema costituzionale e per il positivo svolgimento della vita della Repubblica».

Da qui l’invito del capo dello Stato: «A questo scopo gli strumenti a disposizione non mancano. Si prosegua, rapidamente e rigorosamente, a far luce su dubbi, ombre, sospetti, su responsabilita’. Si affrontino sollecitamente e in maniera incisiva i progetti di riforma nelle sedi cui questo compito e’ affidato dalla Costituzione».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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