Mottarone: Ghezzi, esercenti funivie, è stato un attentato come il Ponte Morandi
ROMA – Sicurezza violata in nome dei soldi. È stato un attentato come per il Morandi. Così in un’intervista a Repubblica Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli esercenti funiviari. Se un pilota decide di dirigere il suo aereo contro una montagna – ha spiegato – non c’è sistema di sicurezza che possa salvare i passeggeri. Lo scenario che si delinea per la tragedia del Mottarone è paragonabile a un attentato e la manomissione dei freni esponeva deliberatamente alla morte chi saliva sulla funivia. Dal punto di vista morale, o psicologico, ricorda l’atto di un kamikaze – ha detto – significa che per un mese su quell’impianto si è giocato alla roulette russa con la vita degli altri. È un evento di una gravità senza precedenti. Ora deve emergere tutta la verità, per il rispetto dovuto alle famiglie di 14 vittime, a chi gestisce e ogni giorno cura scrupolosamente gli impianti di risalita in tutto il Paese. Voglio escludere il dolo – ha proseguito Ghezzi – la volontà di una strage. Restano leggerezza e incoscienza, criminali come risposta a un problema che avrebbe comportato un costoso fermo della funivia. Si saranno detti ‘tanto cosa vuoi che succeda, il cavo trainante non può spezzarsi’. È allucinante, ma non vedo alternative a una interessata follia. Analogie con il crollo del ponte Morandi a Genova? Strutture differenti – ha risposto – ma l’effetto-gregge nel contagio della superficialità è il medesimo. Per interessi economici i responsabili di manutenzione e sicurezza si convincono l’uno con l’altro che abbassare la guardia conviene e che non ha conseguenze. Fa gelare il sangue…