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Euro 2020: partite spalmate in 11 Paesi, un esperimento da verificare, col pubblico negli stadi

ROMA – Chissa’ se e’ da considerarsi un esperimento, o magari una formula destinata a ripetersi in un futuro non cosi’ lontano. E’ ormai tutto pronto per il primo Europeo itinerante della storia, un’edizione rinviata al 2021 per la pandemia diCovid-19 che parte da Roma per coinvolgere ben undici paesi.

Fu l’allora presidente dell’Uefa Michel Platini, poi coinvolto da scandali e sospetti di varia natura, a battersi per un format che nasce con la chiara ‘mission’ di diffondere ancor piu’ capillarmente il calcio nel vecchio continente, sviluppando cosi’ una naturale curiosita’ per una manifestazione pronta a ribaltare ogni pre-concetto. In occasione del sessantesimo anniversario dalla nascita del torneo, dunque, la fase finale non avra’ luogo in una singola nazione o due, ma in undici distinte citta’ europee: dovevano essere inizialmente tredici, ma il progetto di un nuovo stadio a Bruxelles non ha superato il vaglio dell’Uefa e Dublino e’ stata esclusa per via dell’emergenza sanitaria legata al nuovo Coronavirus. La partita inaugurale si terra’ venerdi’ allo Stadio Olimpico di Roma e vedra’ la Nazionale di Mancini sfidare la Turchia di Calhanoglu, Demiral e Under; semifinali e finale si disputeranno invece al Wembley Stadium di Londra.

Riassumendo il Gruppo A sara’ ospitato a Roma (Italia, Stadio Olimpico) e Baku (Azerbaijan, Olimpico); il B a San Pietroburgo (Russia, San Pietroburgo) e Copenaghen (Danimarca, Parken); il C ad Amsterdam (Olanda, Johan Cruijff Arena) e Bucarest (Romania, Arena Nationala); il D a Londra (Inghilterra, Wembley) e Glasgow (Scozia, Hampden Park); il Girone E a Siviglia (Spagna, Stadio de la Cartuja), che ha preso il posto di Bilbao, e San Pietroburgo (Russia); quello F a Monaco di Baviera (Germania, Allianz Arena) e Budapest (Ungheria, Puskas Arena).

Con le rose delle nazionali allargate da 23 a 26, e senza nessuna qualificata di diritto, Euro2020 ha offerto spettacolo e sorprese sin dalle qualificazioni. Inoltre, l’appuntamento coincidera’ con il ritorno del pubblico negli stadi: l’Uefa ha chiesto ed ottenuto da tutte le federazioni l’impegno per una quota del 25% della capienza massima degli impianti, conditio sine qua non per poter ospitare l’evento. La Federcalcio, supportata dal governo, ha detto si’ in un momento in cui la pandemia era ancora nel pieno del suo ‘vigore’, confidando a ragione negli effetti della campagna vaccinale e, perche’ no, nel caldo della stagione estiva.


Ezzelino da Montepulico


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