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Algeria, elezioni: retata contro l’opposizione, proteste algerini in Francia
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PARIGI – Il regime algerino è capace di tutto, pur di garantire la sua sopravvivenza: questa, in sintesi, la reazione di alcuni algerini di Francia, intervistati dalla France Presse all’indomani della retata contro l’opposizione in Algeria e alla vigilia di controverse elezioni politiche nel Paese. Ciò non mi stupisce, con loro, tutto è possibile, commenta Karim, un commerciante del quartiere di Noailles, a Marsiglia, dove risiede un’importante comunità algerina, tanto che c’è chi definisce Marsiglia lo ‘specchio’ di Algeri.
Alcune personalità dell’opposizione algerina, tra cui il militante Karim Tabbou e il giornalista direttore di radio M Ihsane El Kadi sono stati fermati ieri sera, come anche, verosimilmente, il giornalista indipendente Khaled Drareni, che non risponde più al telefono, scrive la France Presse. Una retata che arriva a due giorni dalle elezioni di sabato. Da mesi, il governo del presidente Abdelmadjid Tebboune tenta di soffocare il movimento di piazza Hirak. Sarebbero oltre 220, attualmente, le persone incarcerate nel quadro delle proteste.
“Alla vigilia delle elezioni, si prendono due giornalisti e un militante politico? Ormai non fanno neanche più finta, non si nascondono più. E’ un punto di non ritorno. Non c’è più alcun limite a questo regime”, protesta l’attivista politica Samir Yahiaoui, dicendo di temere il peggio per il suo Paese.
Davanti al consolato algerino di Parigi, dove lo scrutinio è aperto da ieri, alcuni oppositori hanno messo striscioni con scritte del tipo Abbasso la dittatura o Hirak in piedi. Secondo un militante, Tahar Sesirir, “l potere algerino è come un virus, per tutelarsi preferisce evolvere in ambienti malsani. Continuerà a violentare, a polverizzare i militanti. Ma non molleremo, avverte
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