Skip to main content
Natale 2025
Padoin0 C790b84a

Letta spinge per le riforme, ma sembra ancora prigioniero delle correnti del Pd

Letta
Enrico Letta
ANSA / MATTEO BAZZI

Quando si è insediato alla guida del Partito Democratico, tornando da Parigi come il salvatore del partito, Enrico Letta aveva promesso di abolire e superare la logica delle correnti, storico male della sinistra italiana.

Oggi ‘invece il segretario sembra proprio prigioniero delle correnti del suo Pd, che sondaggi partigiani darebbero in ascesa e addirittura come primo partito, oltre la lega e Fdi. Smentiti da tutti gli altri e ridicolizzati dal web.

Da un lato la sinistra dei Democratici, guidata da Goffredo Bettini (braccio destro dell’ex segretario Nicola Zingaretti), dal ministro Andrea Orlando e dal vicesegretario Giuseppe Provenzano. Il loro obiettivo è quello di ricostruire la vecchia Unione di Romano Prodi, da Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni a Italia Viva di Matteo Renzi, siglando da subito una stretta alleanza con il nuovo Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Insomma, una riproposizione dell’ex maggioranza giallorossa.

Sul fronte opposto ci sono gli ex renziani di Base Riformista, che hanno appena stilato un Manifesto autonomo e hanno dato vita a Palazzo Madama a una vera e propria fronda contro Letta. Tra loro gli esponenti di spicco sono sicuramente il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e l’ex capogruppo Andrea Marcucci. Nell’ultima Direzione del Pd sono stati numerosi gli esponenti di Base Riformista che hanno consigliato al segretario di capire bene quali siano i progetti di Conte prima di siglare un’alleanza strutturata e stabile. Saranno davvero un partito liberaldemocratico o rilanceranno le vecchie battaglie grillini come reddito di cittadinanza, no Tav e no Tap?, sottolinea una fonte parlamentare ex renziana. In attesa di avere queste risposte – che non arriveranno a breve conoscendo i tempi dei 5 Stelle – gli esponenti della cosiddetta destra Dem suggeriscono a Letta di attendere prima di stringere patti con il M5S e di non escludere di rilanciare l’antica idea veltroniana della vocazione maggioritaria.

In mezzo, tra le due correnti, c’è poi Area Dem del ministro della Cultura Dario Franceschini, assolutamente silente (parla solo di musei e arte), dicono, perché non vuole rischiare di bruciarsi come possibile candidato per la presidenza della Repubblica. Stando a fonti del Pd, Franceschini attende di capire come si evolvono i fatti prima di scegliere da che parte stare.

E i fatti sarebbero le elezioni comunali di ottobre e la partita del Quirinale dell’inizio 2022. In questo contesto Letta cerca, a fatica, di accontentare tutti, ma soprattutto a sinistra. Per questo rilancia lo Ius Soli, spinge per il ddl Zan e propone di tassare i ricchi per tenere buona la sinistra del partito.

Per ora sono partite bordate soprattutto dall’area degli ex renziani (Marcucci soprattutto) e dagli zingarettiani (Bettini), ma non è escluso che alla fine qualcuno che finora è stato alla finestra (ad esempio Franceschini) dopo le elezioni amministrative, in caso di debacle del Pd, riproponga lo slogan renziano «Enrico, stai sereno!»


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP