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Referendum giustizia: anche i consumatori parlano di arroganza dei magistrati

FIRENZE – Come gli utenti spiegano la loro legittimità ad un sindacato di magistrati. Aduc, l’Associazione degli Utenti Consumatori, prende una posizione decisa contro le dichiarazioni inaccettabili dell’Associazione Nazionale Magistrati che vuole sbarrare la strada ai referendum sulla giustizia proposti da Lega e radicali. Che tarperebbero le ali ai privilegi della casta.

Ecco il forte comunicato di Aduc: «Valutazione di gradimento della magistratura” per formalizzare la scarsa fiducia che sembra ci sia nei confronti della magistratura», e per questo l’Associazione nazionale magistrati (Anm) deve fermamente reagire. Questo il pensiero del presidente del sindacato dei magistrati nei confronti della prossima campagna referendaria per alcune riforme.
Tristezza e preoccupazione. Il sindacato di alcuni amministratori di un potere dello Stato si mobilita contro la possibilità che cambino leggi che, evidentemente, per loro vanno bene come sono. E che, aggiungiamo noi semplici utenti dei loro servizi… leggi intorno alle quali alcuni magistrati hanno consolidato l’esercizio del loro potere.

Come parte in gioco, invece di contestare i singoli quesiti entrando nel merito degli stessi e accettando che ognuno possa usare le leggi per quello che sono, anche per cambiare ciò che loro vogliono rimanga immobile, all’Anm scatta l’accusa della delegittimazione del fatto in sé, che si raccolgano le firme per dei referendum. Tristezza e preoccupazione. Anche per quando, sul banco degli imputati, ci dovesse capitare di essere da loro giudicati. E’ proprio anche grazie a questa levata arrogante di scudi che la raccolta firme per i referendum è importante. Non per contrapporsi a questo sindacato, ma per spiegare loro che così funziona la democrazia. Che i referendum servono anche a loro che sono solo un potere dello Stato, servitori di questo Stato e non lo Stato assoluto. Stato fatto da tutti, anche quelli per cui sarebbe un bene cambiare:

1) Elezioni del Csm; 2) responsabilità diretta dei magistrati; 3) equa valutazione dei magistrati; 4) separazione delle carriere dei magistrati; 5) limiti agli abusi della custodia cautelare; 6) abolizione del decreto Severino».

Siamo pienamente d’accordo con la presa di posizione di Aduc. E’ ora di ridurre i poteri esorbitanti di una parte della magistratura politicizzata che condiziona la politica e la vita del paese e non vuole rinunciare a questa situazione di privilegio. Derivante solo dalla vincita di un pubblico concorso come tanti altri, ma scherziamo?


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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