Vaccini: dose eterologa rischia essere cocktail tossico per Draghi. Lo afferma il Financial Times
ROMA – La seconda dose di vaccino a Rna messaggero (Pfizer/BioNTech o Moderna) per gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca rischia di trasformarsi in un cocktail tossico per il governo di Mario Draghi dal momento che sempre più italiani sono riluttanti al completamento del ciclo vaccinale con un siero differente. È quanto scrive il Financial Times, in un articolo che ricostruisce la situazione di incertezza sortita dallo stop all’inoculazione del vaccino AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni dopo la morte di una diciottenne per una rara forma di trombosi.
«Questo ultimo cambiamento nelle linee guida ha creato il panico tra la popolazione, con migliaia di persone che hanno cancellato i loro appuntamenti vaccinali, scrive il quotidiano della City, ricordando che, sebbene l’Ema abbia sottolineato che i vantaggi del farmaco di Oxford superino i rischi per tutte le fasce d’eta’, il governo italiano è nondimeno finito nel mirino per non averne ristretto prima l’uso per le persone più giovani e per continuare a offrire all’opinione pubblica messaggi contraddittori sul vaccino.
«L’idea di un cocktail obbligatorio di vaccini è stata accolta con forte opposizione in Italia, dove diversi governi regionali hanno segnalato che non avrebbero seguito gli ordini di Roma e hanno promesso di offrire ai cittadini un’opzione per la loro secondo dose, prosegue il Financial Times, spiegando che dalle autorità centrali è stato quindi suggerita l’adozione del modello spagnolo, ovvero dare la possibilità a chi la richiede di ricevere la seconda dose di AstraZeneca previa firma di una liberatoria.
L’assenza di dati chiari sugli effetti del mix di vaccini ha portato i commentatori italiani a criticare con forza la decisione del governo e la mediocre comunicazione sulle limitazioni al siero di AstraZeneca, prosegue l’articolo, diversi analisti e politici hanno anche sostenuto che i media si sono mostrati solidali col governo Draghi e il commissario per il Covid-19 che ha nominato laddove l’ex primo ministro, Giuseppe Conte, sarebbe stato ‘fatto a pezzi’ se si fosse creata la stessa situazione.
La decisione di organizzare ‘open day’ vaccinali dove persino sedicenni potevano presentarsi senza una prenotazione per essere immunizzati con qualsiasi vaccino disponibile è stata anche oggetto di forti critiche sia interne che dall’estero conclude il Financial Times.