Covid-19: povertà potrebbe aumentare ancora di più, uno studio dell’EIEE
BRUXELLES – Le conclusioni di uno studio EIEE sul Covid. L’economia potrebbe non riprendersi velocemente e la povertà continuare ad aumentare, mentre la riduzione delle emissioni di gas serra potrebbe essere solo un fenomeno temporaneo. Una previsione delle conseguenze del COVID-19 a partire da quelle di cinque grandi epidemie del secolo, e come i piani di ripresa dalla pandemia dovrebbero allinearsi agli obiettivi di sostenibilità.
Lo rivela uno studio condotto da RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment (EIEE) e dall’International Monetary Fund che stima che l’impatto economico del COVID-19 continuerà a far sentire i suoi effetti nei prossimi anni, sulla base di un’analisi delle conseguenze di cinque grandi epidemie precedentemente avvenute nel corso dell’ultimo secolo (SARS, H1N1, MERS, Ebola e Zika).
“Questa pandemia ha colto tutti di sorpresa” afferma Massimo Tavoni, direttore dell’Istituto EIEE e professore di economia del clima. “Abbiamo assistito a diverse altre epidemie nel recente passato, con importanti e pericolose ripercussioni sulla sostenibilità economica e sociale. In questo studio, abbiamo esaminato questi eventi come lezioni per comprendere cosa andrebbe fatto diversamente questa volta”.
I ricercatori hanno stimato come gli eventi pandemici del passato abbiano influenzato le economie e le società colpite rilevando, in seguito a tali eventi, riduzioni significative e persistenti del PIL, insieme ad aumenti della disoccupazione, della disuguaglianza dei redditi e del rapporto debito/PIL.
“Le pandemie del passato hanno avuto un impatto significativo e persistente sull’economia, la società e l’ambiente” spiega Johannes Emmerling, ricercatore a capo dell’unità Low Carbon Pathways di EIEE e primo autore dello studio. “In termini di domanda di energia e di emissioni di gas serra, l’effetto è stato principalmente ciclico e non ha portato a miglioramenti sistematici dell’efficienza”. La ricerca mostra infatti che, se la domanda di energia e le emissioni di CO2 calano significativamente durante un evento pandemico, questo è soprattutto a causa del persistente declino dell’attività economica piuttosto che grazie a cambiamenti strutturali nel settore energetico.
Solo un terzo circa della registrata riduzione delle emissioni di CO2 può essere attribuito alla decarbonizzazione dell’energia, una quota insufficiente a contribuire significativamente alla costruzione di un’economia più verde: senza politiche mirate, gli effetti positivi per l’ambiente legati a una crisi pandemica sono destinati a non radicarsi.
“Applicati all’attuale crisi COVID-19 – continua Emmerling – i risultati suggeriscono che senza un chiaro focus ambientale dei recovery packages, la riduzione delle emissioni sarà per lo più transitoria”. Utilizzando queste stime storiche per tracciare il probabile impatto della pandemia da COVID-19, lo studio prevede una riduzione significativa della performance economica ed effetti nella distribuzione del reddito fino al 2025.
“La combinazione dell’impatto sulla crescita economica e sulle disuguaglianze ha portato a un aumento della povertà di circa 75 milioni di persone nel 2020, e anche in questo caso le politiche sono fondamentali per invertire questo processo” dice Emmerling, specificando che queste stime sono probabilmente al ribasso, essendo la pandemia da COVID-19 più diffusa della media delle crisi sanitarie del campione considerato e le misure di contenimento intraprese per limitare il contagio senza precedenti. Queste proiezioni, affermano gli autori, indicano la necessità di una forte risposta politica per contrastare i prolungati effetti negativi del COVID-19.
Una politica fiscale e altre macro politiche devono però essere calibrate ai fini di una crescita equa e sostenibile. Inoltre, c’è bisogno di una progettazione “verde” della destinazione delle risorse straordinarie stanziate, perché esse non mirino solo ad affrontare gli impatti economici e sociali della pandemia ma garantiscano anche una riduzione dell’intensità energetica e delle emissioni nel medio e lungo termine, consentendo allo stesso tempo di ridurre i costi delle future azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici.